Trappola Superbonus, il 50% delle aziende rischia il default

L'allarme è lanciato dalla Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa

Trappola Superbonus, il 50% delle aziende rischia il default

In attesa che i crediti connessi ai bonus edilizi si sblocchino, nel caso in cui l'epilogo sia differente da quanto auspicato, a rischiare seriamente il default sarebbero oltre 33mila imprese, cosa che comporterebbe la perdita dell'impiego per 150mila lavoratori.

A lanciare l'allarme è la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna), che si è occupata di condurre un'indagine su 2mila aziende impegnate nel settore. Alla base del terremoto che sta per scatenarsi nell'intero comparto ci sono gli oltre 2,6 miliardi di euro di crediti fiscali concessi dalle imprese che hanno effettuato lo sconto in fattura come previsto dai regolamenti creati dal governo ma che non riescono a monetizzare. I crediti bloccati corrisponderebbero almeno al 15% del totale: una situazione che sta colpendo duramente 60mila imprese italiane, le quali al momento si trovano con un "cassetto fiscale" ricolmo di crediti ma privo di liquidità. Il 48,6% delle aziende di settore prese come campione dello studio parla apertamente di rischio di fallimento, mentre il 68,4% anticipa la necessità di fermare il prima possibile i cantieri ancora aperti.

Il governo aveva inizialmente previsto per le imprese la possibilità di anticipare l'incentivo per conto dello Stato ai propri clienti, con la possibilità poi di recuperare tale credito tramite la cessione a terzi. Il meccanismo, che consentiva alle aziende di settore di cedere senza problemi suddetti crediti, si è tuttavia inceppato, in gran parte per via del recente inserimento del cosiddetto decreto antifrode.

Le modifiche degli ultimi mesi hanno creato forte incertezza, con le banche non più disposte ad acquistare quei crediti."Davanti a norme incerte e continui stop and go gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione superano 5 miliardi e di questi circa 4 miliardi si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura", riferisce infatti Cna. Il passo successivo, per Cna, potrebbe essere il rifiuto da parte delle imprese di praticare lo sconto in fattura per l'impossibilità di ottenere la cessione del credito. Ma il blocco degli anticipi non sarebbe comunque salvifico. Se una piccola impresa con 200mila euro di fatturato dovesse accumulare 70mila euro di crediti immobilizzati, ciò significherebbe mancanza di liquidità e impossibilità di pagare fornitori e collaboratori, oltre che difficoltà col Fisco.

Se da un lato Giorgetti auspica che la "pletora di bonus" venga sbloccata, dall'altro Cna sollecita l'esecutivo a un urgente intervento "per scongiurare una gravissima crisi economica e sociale.

I bonus per l'edilizia hanno offerto un contributo molto rilevante al rimbalzo del Pil l'anno scorso e oltre il 90% delle imprese intervistate è convinta che senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali determinerà lo stop a nuovi cantieri".

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