Le vacanze pasquali, che tradizionalmente aprono la stagione turistica, sono sempre state il test per capire l'andamento del settore in vista dell'estate e per interpretare le propensioni degli italiani. Sia Confcommercio-Confturismo che Federalberghi hanno commissionato nelle ultime settimane delle rilevazioni che danno previsioni positive e concordanti: per Federalberghi gli italiani pronti a fare la valigia sono 11,5 milioni, mentre Confturismo al 30 marzo stimava 8 milioni per la sola Pasqua (16 milioni comprendendo i prossimi ponti) più 2,5 milioni di indecisi (sempre per Pasqua): calcolando anche le scelte di questi, in tutto fa 10,5 milioni.
Anche il turismo delle vacanze organizzate, che in Italia ha il suo principale operatore in Alpitour, sta registrando un sensibile aumento della domanda che getta uno sguardo ottimistico sul futuro: «Oltre al tutto esaurito primaverile abbiamo già venduto il 40% del nostro fatturato estivo annuncia Gabriele Burgio, presidente e ad del gruppo -. Dopo gli anni drammatici condizionati dal Covid, il 2023 segna il ritorno a numeri superiori al 2019, quando il giro d'affari fu di circa 2 miliardi». Ieri anche il ministro del turismo, Daniela Santanchè, si è compiaciuta per i dati delle rilevazioni e lei stessa ha sottolineato che il 2023 «sarà l'anno del sorpasso rispetto ai dati prepandemici».
Il turismo in Italia è una delle prime voci del Pil «ma è difficile fare stime precise del suo enorme valore economico spiega Alberto Corti, direttore di Confturismo -: Istat-Banca d'Italia, l'Organizzazione mondiale del commercio e turismo e il ministero stimano le dimensioni del settore tra il 10,6%, il 13% e il 15% su un Pil che vale circa 1.800 miliardi: anche attenendoci ai dati più prudenti, quelli dell'Istat, si tratta pur sempre di quasi 200 miliardi». In realtà il settore si compone di voci diverse e difficilmente calcolabili: c'è il fatturato diretto, ovvero la somma delle attività caratteristiche quali ricettività, ristorazione, servizi delle agenzie di viaggio; c'è il fatturato indiretto, ovvero gli acquisti diversi generati dalle forniture, a cerchi concentrici (per esempio energia, detergenti, consegne); e poi c'è l'indotto, ovvero la somma delle spese più disparate effettuate da chi trae il proprio reddito dal turismo. È evidente che circoscrivere con precisione tali apporti non è sempre possibile e che le stime che ne derivano non posso essere millimetriche. «In realtà precisa Corti delle 436 milioni di notti trascorse in Italia da turisti italiani e stranieri ante Covid alla fine del '22 mancava ancora un 10%, ma il trend è ormai di netta crescita».
Sono cambiati anche alcuni comportanti: per esempio si prenota più sotto data e si preferiscono più vacanze brevi rispetto a una sola lunga. «Due anni di preoccupazioni sanitarie hanno generato anche più propensione a prenotare, soprattutto all'estero, attraverso i tour operator - osserva Burgio visti anche come un elemento di protezione». «Tutto il settore del tour operating aggiunge - ha colto l'occasione del Covid per ristrutturarsi e riorganizzarsi ottenendo come risultato una maggiore redditività», oggi messa peraltro alla prova «di dollaro e carburanti in crescita». Il gruppo Alpitour partecipato da Tip, quotata in Borsa ha impresso una nuova identità alla propria compagnia aerea Neos, puntando non solo sul turismo ma anche sui voli di linea di breve e lungo raggio e creando dal nulla una fiorente attività cargo. Neos, che trasporta circa 2 mlioni di passeggeri all'anno per un fatturato di 500 milioni, è l'unica media compagnia a capitale italiano in condizioni di buona salute.
Nell'opera di riorganizzazione dei
business, Alpitour ha puntato anche sugli alberghi: la catena Voi si compone oggi di 26 strutture, tutte a gestione diretta, 8 delle quali di lusso: tra tutte spicca il Cà di Dio, a Venezia, gioiello a due passi dall'Arsenale.
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