Nulla da fare. Nemmeno la forza gentile di Giuliano Pisapia è riuscita a fare sintesi tra la posizione dell’assessore al commercio Franco D’Alfonso su Ecopass e il collega alla Mobilità Pierfrancesco Maran. Dopo un’ora e mezza di confronto, che segue il vertice di maggioranza di martedì, le posizioni sono rimaste immutate. A questo punto spetterà alla giunta stamattina decidere a maggioranza, scegliendo tra le due opzioni da settimane sul tavolo. Da un alto la proposta dell’assessore al Commercio che sostiene le ragioni del mondo produttivo, e propone un «pass» da 250 euro l’anno, dall’altro «l’integralista» Maran che vuole una ticket di ingresso uguale per tutti, a 5 euro, con agevolazioni per la sosta per il mondo del commercio. Gli interessi contrapposti e il pressing dei giorni scorsi di ambientalisti e commercianti si sono riproposte anche ieri, con rispettivi avvertimenti e minacce di ricorsi.
In mattinata i rappresentanti del Comitato referendario hanno mandato un pur pacato avvertimento alla giunta - «vigileremo sul rispetto della volontà popolare». Tradotto: «Se l’amministrazione non rispetterà il contenuto dei quesiti saremo costretti a rivolgerci al Comitato dei garanti». Il riferimento è senza troppi giri di parole alle tariffe agevolate per furgoni e furgoncini, costretti a entrare nella Cerchia dei Bastioni per stringenti ragioni di lavoro. «Come Comitato promotore referendum non possiamo che esprimere la nostra contrarietà a mercanteggiamenti e giochi al ribasso sulla salute dei milanesi su Ecopass. È evidente che un regime di deroghe costruito per rispondere a pressioni corporative avrebbe il risultato di pregiudicare la validità del provvedimento - spiega Edoardo Croci -. SE le deroghe verranno approvate ci rivolgeremo al comitato». Così il radicale Marco Cappato ha annunciato lo sciopero del voto in consiglio: «Mi asterrò su tutte le votazioni fino a quando la giunta non si pronuncerà sui referendum: ritengo in tal modo di dare un contributo alla maggioranza di cui faccio parte affinché si inseriscano i referendum in una visione strategica d’insieme». Si unisce al coro Andrea Poggio vicedirettore generale di Legambiente che attacca la deroga sperimentale per un anno per i mezzi a metano e gpl: «Se si parla di congestion charge, allora tutti i mezzi che entrano in centro devono essere soggetti a pagamento, meglio una politica di incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici, che non la deroga per i mezzi a metano che inquinano tanto quanto benzina o diesel».
Solo un’ora più tardi le 14 sigle del mondo produttivo si ritrovano per fare il punto sulla congestion charge. Le richieste rimangono le stesse - ovvero tariffa dimezzata rispetto al traffico privato, dal momento che «non possiamo rinunciare all’auto per entrare in centro. Detto ciò se si tratterà di riduzione del 40 -45% non ci strapperemo i capelli.
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