Egitto, in piazza Tahrir tornano gli scontri Dieci morti, 500 feriti

I manifestanti protestavano davanti alla sede del governo dopo la notizia di un attivista arrestato e torturato. Tensioni anche in altre zone della capitale. FOTO

Egitto, in piazza Tahrir tornano gli scontri Dieci morti, 500 feriti

Non c'è ancora pace in Egitto, la stabilità è ancora lontana. Ancora scontri, oggi, davanti alla sede del Governo: il primo bilancio è di circa 250 feriti tra i manifestanti, ma sale rapidamente nel corso della notte, fino a far parlare il ministero della Sanità egiziano di 10 morti e circa 500 feriti. Oltre alla polizia militare, spiegano fonti all'agenzia Ansa, ci sarebbero anche agenti in borghese al loro fianco. Altri scontri, meno violenti, sull'arteria Qasr el Aini, che incrocia la strada dei palazzi governativi, dopo che la polizia militare ha demolito e bruciato le tende nei quali i manifestanti si erano insediati dal 24 novembre per impedire al nuovo governo di Kamal el Ganzouri di prendere possesso degli uffici.

Quasi tutti i feriti avrebbero solo lesioni leggere (sono stati colpiti alla testa da pietre), ma ci sarebbe un giovane ferito a un occhio con un proiettile di gomma, apparentemente sparato dai militari. Qualche giorno fa il primo ministro aveva dichiarato che con la forza poteva essere riportato rapidamente l'ordine nella zona, ma che aveva deciso di non farlo. Molte persone sono state arrestate in mattinata, quando ci sono stati i primi segnali di tensione: tutto è cominciato quando si è diffusa la notizia di un manifestante arrestato, picchiato brutalmente dalla polizia e poi rilasciato.

Il giovane, Abboudi Ibrahim, fan della squadra di calcio Zamalek, è stato ricoverato in ospedale. Gruppi di decine di persone si sono radunate in piazza Tahrir, il simbolo della rivolta egiziana, e che dista dal luogo degli scontri solo un centinaio di metri, mentre vengono intonati canti contro i militari e la polizia, analoghi a quelli di solito intonati dagli ultrà negli stadi di calcio.

La grande arteria di Qasr el Aini è bloccata al traffico delle automobili, deviato su strade circostanti.

Il sito del quotidiano Al Masri Al Youm riferisce di aver ricevuto da uno dei manifestanti un documento di un detenuto in una prigione del Cairo, caduto dalle tasche di uno degli uomini che hanno affiancato i militari nell'azione antiprotesta.

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Avatar di serjoe serjoe
17 Dic 2011 - 12:09
Morire per la ..democrazia???? mmmmmh non mi convince..Morire per l'Islam ??? piu' ragionevole per il premio che gli aspetta in paradiso.
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Avatar di Mario Galaverna Mario Galaverna
16 Dic 2011 - 17:41
Hanno fretta della Sharjia?
Aspettino almeno il tempo per farsi crescere la barba alla salafita.
Avatar di Coriolanus Coriolanus
16 Dic 2011 - 19:15
In Egitto le manifestazioni popolari (che sono spontanee, a differenza di altri paesi come la Libiya in cui sono state fomentate dall'esterno ovvero come nel caso della Siria sono fomentate dall'esterno) sono inutili in quanto l'esercito, che governa il paese per conto degli USA, non lascerà mai il potere. Questo sì che è un regime altro che Siria. Gli USA stanno facendo in modo e continueranno a fare in modo che in Egitto in un modo o nell'altro non cambi niente.
Avatar di serjoe serjoe
17 Dic 2011 - 12:09
Morire per la ..democrazia???? mmmmmh non mi convince..Morire per l'Islam ??? piu' ragionevole per il premio che gli aspetta in paradiso.
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