Fantasia da vendere e volgarità da bettola dangiporto. Ancora un attacco becero e durissimo a Silvio Berlusconi. Ancora su El País, no, scusate, su Repubblica. No, scusate ancora, è proprio El País. Abbiate pazienza, ma sapete comè, quando si maneggiano giornali-fotocopia, ci si può confondere. Si può persino arrivare a credere, per un attimo almeno, che agli spagnoli dovrebbe fregare solo ed esclusivamente di Zapatero e delle sue idee sui gay, sui privilegi della Chiesa, sulleutanasia. Problemi seri che non si possono certo mandar giù assieme a qualche tapas e a un bicchiere di Sangria. Invece no, è una pia illusione, perché a certi spagnoli, almeno agli spagnoli che leggono El País, che poi sarebbe la Repubblica spagnola, «deve» per forza interessare la vita privata del premier di un altro governo e di un altro Paese.
Sono state maliziosamente scattate foto che invadono e calpestano la privacy di Silvio Berlusconi nella sua villa in Sardegna? La Repubblica non può pubblicarle? E allora che cosa cè di meglio che girarle a El País così ci pensano gli iberici, fedeli alleati di penna e di insulto a pubblicarle. Con ampio spazio e risonanza proprio nei giorni del voto.
Ma che casuale tempismo. Che spirito di abnegazione, che lavoro di ricerca nel trovare in quel gran mare dinchiostro, la parola giusta per svergognare il capo del governo italiano. Nella corposa edizione domenicale cè spazio per il gossip di servizio ma anche per gli approfondimenti «autorevoli» uno dei quali viene affidato alla penna di José Saramago, intitolato «La cosa Berlusconi». Se è vero come è vero che, giusto una settimana fa, aveva fatto scalpore la decisione di Einaudi di non pubblicare l'ultimo libro del premio Nobel portoghese, in cui il Cavaliere veniva definito «delinquente» è altrettanto vero che Saramago grazie allassist de El País si prende la sua velenosa rivincita. Parla del premier come di «una cosa pericolosamente simile a un essere umano, che dà feste, organizza orge e comanda in un Paese chiamato Italia». Per il Nobel, «questa cosa, questa malattia, questo virus minaccia di essere la causa della morte morale del Paese di Verdi». E poi spiega perché definì Berlusconi «delinquente»: «Non è che disobbedisca alle leggi ma, peggio ancora, le fa fabbricare a salvaguardia dei suoi interessi pubblici e privati, di politico, imprenditore e accompagnatore di minorenni». A proposito di questo capitolo, tornando al gossip da trivio volete uno scampolo della prosa elevata che accompagna la pubblicazione di altre foto anche sul sito web del medesimo? Ribattezzando Villa Certosa, «Villa del Papi», El Pais la sa talmente lunga che si lancia in acrobazie non solo lessicali. Così leggiamo che in quella villa in Sardegna ci sono «Giardini infiniti, laghetti artificiali...» Ma anche: «Organi sessuali al vento, giochi saffici, pizza e gelato gratis». «Tutto questo - chiosano gli spagnoli - fa parte del bagaglio apolitico e a-culturale di Berlusconi, del suo populismo aperto e mondano che si appoggia a un non-programma non-politico, tradizionalista e cattolico, lontanamente ispirato alla triade «Dio, patria e famiglia». Cui - suggerisce acutamente El País - verrebbe da aggiungere: «E veline». Ma perché prendersi tanto disturbo per tentare di fare a pezzi un politico italiano che non ha nulla a che spartire con la Spagna? Perché istigare il solito velenoso editorialista Miguel Mora, che da quando aveva i pantaloni corti e sognava il Pulitzer continua nel suo tentativo di demolizione del premier e che, nel testa a testa dellinsulto a Berlusconi, forse riesce persino a battere quel nostrano esemplare di Marco Travaglio? Forse perché Mora è convinto che al Cavaliere piacciano solo le bionde? Forse. O forse la tesi del sistematico attacco congiunto dellasse El País-La Repubblica al premier è soltanto quella di sempre: schizzargli addosso fango in quantità industriale. Meglio se nel periodo elettorale, ovviamente. E meglio ancora se in quel fango si possono trascinare figli, amici. O trovare come testimoni daccusa ex fidanzati della ragazza che lo ha invitato alla sua festa dei 18 anni. Altrimenti perché titolare a caratteri di scatola «Anatomia di Berluscolandia» e raccontare nel pezzo che Villa Certosa «come tenuta è il sogno di ogni camorrista». Ma anche che «Berluscolandia è il paese in cui tutte le ragazzine vogliono diventare veline e quindi vengono portate in Sardegna con decine di voli di Stato e privati».
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