Elezioni, le scadenze e le firme da raccogliere

I partiti già presenti in parlamento non devono raccogliere le firme per partecipare alle elezioni. Tutti gli altri sì. Il tempo stringe. Grillo: "Vogliono farci fuori"

Si voterà a febbraio: le date, come indicato dal ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, sono il 17 e il 24 febbraio. Anche se la responsabile del Viminale fa sapere che "il 17 febbraio è l'ipotesi su cui si sta lavorando di più, ma dipende dallo scioglimento delle Camere".

Per presentarsi alle elezioni è necessario raccogliere un certo numero di firme. Non devono farlo i gruppi che sono già presenti in parlamento (Pd, Pdl, Idv, Udc e Lega), i partiti che alle ultime elezioni si erano presentati in coalizione con uno dei suddetti gruppi e le minoranze linguistiche già rappresentate in parlamento. C'è chi spinge per allargare questo beneficio anche ai gruppi parlamentari formatisi nel corso della legislatura.

Per i partiti e i movimenti che si presentano per la prima volta, c'è l'obbligo delle firme da raccogliere, da abbinare alla lista dei candidati (630 per la Camera e 315 per il Senato). Devono essere raccolte mediante appositi moduli e autenticate (da consiglieri regionali, provinciali ecc.). Le liste di candidati devono essere sottoscritte: da almeno 1.500 e da non più di 2.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni fino a 500.000 abitanti; da almeno 2.500 e da non più di 3.000 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 500.000 abitanti e fino a 1.000.000 di abitanti; da almeno 4.000 e da non più di 4.500 elettori iscritti nelle liste elettorali di comuni compresi nelle circoscrizioni con più di 1.000.000 di abitanti. In totale quante firme servono? A conti fatti circa 120mila.

Il movimento di Beppe Grillo, che non essendo in parlamento dovrà raccogliere tutte le firme per potersi presentare alle elezioni, visti i tempi ristretti ha accusato tutti: "Vogliono escluderci", aggiungendo che "è quasi impossibile la raccolta firme". Poi, per scongiurare questo rischio, ha lanciato una sorta di "firma day" nei prossimi due fine settimana.

Interpellata sulla delicata questione il ministro Cancellieri ha precisato che "se c’è lo scioglimento anticipato delle Camere c’è una norma che dice che le firme da presentare sono dimezzate". In effetti il Porcellum prevede che nel caso di elezioni anticipate rispetto alla fine naturale della legislatura (di almeno 4 mesi) è sufficiente la metà delle firme.

Per andare al voto entro la fine di febbraio, dunque, una volta archiviata la "legge di stabilità" Napolitano deve sciogliere le camere al massimo il 28 dicembre. Con un mese scarso, festività comprese, per raccogliere almeno 60mila firme. Non è un'impresa impossibile. Ma è pur sempre una corsa contro il tempo che solo alcuni dovranno fare.

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