Elio Germano, il sesso in Mostra

Inquadrata un’erezione dell’attore nel film in gara «Nessuna qualità agli eroi»

da Roma

Naturalmente Elio Germano non ci sta. Alquanto scocciato, taglia corto al telefono: «Non mi interessa parlare di simili sciocchezze. Rivelano solo un deficit di cultura, spiegano com'è ridotta l'Italia. Il cinema è un'altra cosa. E non mi si venga a parlare di coraggio! Non la vedo così. Io faccio film, spero belli, per il pubblico che viene a vedermi, non per alimentare le chiacchiere di voi giornalisti. Buongiorno». Clic. La notizia, cresciuta nel tam-tam sotterraneo, è che nel film Nessuna qualità agli eroi, uno dei tre italiani in concorso alla 64ª Mostra di Venezia, l’attore del momento sfodera il membro in erezione: di profilo, ma bene in vista, mentre raggiunge a letto la fidanzata Monica Campironi. Sarà esteticamente un dettaglio da poco, e però risulta una rarità nel cinema italiano d'autore, non fosse altro perché vige un'atavica forma di autocensura connessa ai diritti televisivi. Invece il trentasettenne bergamasco Paolo Franchi, già regista del pregevole La spettatrice, ha osato l'inosabile, e vedrete che al Lido se ne parlerà un bel po'.
Dietro una cornice vagamente noir, il film si interroga con ampiezza di risvolti psicanalitici «sul rapporto col proprio senso di colpa e il riscatto della sofferenza» (così il regista). Ambientato tra Torino e Ginevra, in un clima insieme fosco e insinuante, sessualmente vivace, tra diagnosi di infertilità e prestiti contratti in segreto, Nessuna qualità agli eroi investiga infatti sul mal di vivere di una coppia incarnata dagli attori francofoni Irène Jacob e Bruno Todeschini. L'italico Germano, nel ruolo di Luca, è un giovane uomo custode di un segreto terribile, un omicidio, nei cui occhi brilla una mistura di determinazione e follia.
Benché reduce dal meritato David di Donatello per Mio fratello è figlio unico, il ventiseienne attore, nato - ironia della sorte - a Duronia, Molise, sembra non tirarsela troppo. Passa felicemente da un set all'altro (sta girando Il mattino ha l'oro in bocca di Francesco Patierno nei panni di Marco Baldini, poi volerà a Bari per Il passato è una terra straniera di Daniele Vicari), però continua ad abitare nell'appartamentino proletario di Corviale, periferia romana; e a chi lo definisce «il De Niro italiano» replica, con una punta civettuola, che il suo modello è il Tomas Milian di Monnezza. Insomma, un tipo senza grilli per la testa, tendenza no-global, aspro e multiforme, per nulla mondano. Però vedrete che quel bigolo in azione lo proietterà dritto dritto nel vituperato cicaleccio festivaliero. Un po' come, sempre al Lido, accadde a Stefano Accorsi con Ovunque sei, per via di quel «total nude look» dall'alto, con attrezzo a riposo, poi eternato da una foto su Ciak. Giornali e siti internet si divertirono a divagare allegramente sul tema, in un rincorrersi di allusioni e battute sulla virilità del divo. Ma il film di Placido, a tratti involontariamente comico, non fu proprio una riuscita, mentre di Nessuna qualità agli eroi si dice un gran bene. Del resto, Franchi si ritrova in buona compagnia. Nella prediletta Francia, basti pensare ai film di Catherine Breillat, Bruno Dumont o Virginie Despentes, il sesso maschile in erezione è stato ampiamente legittimato da anni, senza che nessuno abbia gridato allo scandalo.

Eppure, anche nell'Italia di Cosimo Mele, resta un tabù. La controprova? L'acrobatico amplesso in carrozzella tra Scamarcio e Bellucci in Manuale d'amore 2: scena ridicola, goffa, che solo noi italiani ci ostiniamo a ritenere «bollente».

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