«Per Elisa» non l’ha scritta Beethoven ma un suo fan

MilanoMi re mi re mi si re do la. Lette così non so se vi dican qualcosa, ma se le sentiste al pianoforte, queste note le riconoscereste, e moltissimi di voi esclamerebbero: «La so. È Per Elisa, di Beethoven». Mi dispiace, può non essere vero. Forse non è di Beethoven. Già qualche mese fa qualche storico della musica aveva insinuato che Elisa non fosse Teresa Malfatti, la brunetta dal cappello chiaro posato sulla testa come un’acconciatura a cui Beethoven sembrava averla dedicata e a cui andava dunque la nostra grata simpatia, ma una cantante tedesca mai citata nei più noti volumi su Beethoven, Rockl di cognome, che ha dalla sua fra l’altro l'indizio di chiamarsi Elizabeth. Adesso addirittura viene fuori la notizia che il famoso brano non è nemmeno di Beethoven, ma di un altro Ludwig che però di cognome fa Nohl, che l’avrebbe confezionato liberamente su appunti del grande Maestro, ben 40 anni dopo la sua morte, quando difatti il brano fu lanciato.
L'autore della lunga scoperta si chiama Luca Chiantore, musicologo con baffetti e pizzetto, che sta a Brescia ma insegna a Barcellona, alla cui università ha comunicato che, all’esame degli autografi finalmente esaminati quello di Nohl non coincide con gli appunti originari, ma ne è una specie di libera elaborazione. C'è il fondato sospetto che abbia ragione.
E così abbiamo, come al solito, una notizia cattiva e una buona. La cattiva è che i principianti di musica, arrivando a suonare questo amabile brano di difficoltà tecnica moderata, dovran forse deporre la soddisfazione d'essere entrati nel repertorio del Grande Musicista.

La buona è che è bello pensare che l’Autore di immense meraviglie abbia potuto con pochi spunti dare l'estro a un giovane musicologo di mezzo secolo dopo per una squisita invenzioescl che si suona da allora in tutto il mondo.

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