Uninteressante indagine sul collezionismo lombardo dalla fine dell800 agli anni Trenta è svolta dalla mostra di Tortona «Arte in transizione 1885-1930», a cura di Stefano Fugazza, Alda Guarnaschelli e Paul Nicholls. Linteresse è, prima di tutto, nella piacevolezza delle opere esposte: dipinti di maestri ottocenteschi come Nomellini, Morbelli, Barabino, Pellizza, Grubicy. Ad essi si aggiungono diversi protagonisti del Novecento oggi poco noti, come Oppo, Ravenna, Vellani Marchi, e qualche nome invece notissimo come De Pisis.
Al di là del valore dei quadri, però, è interessante cogliere il gusto di una campionatura (esigua, come correttamente specifica il titolo della mostra, ma comunque significativa) del collezionismo dellepoca. Unepoca, appunto, di transizione. Che cosa sceglievano, allora, i collezionisti? Nei primi decenni del secolo scorso amavano soprattutto l800, o comunque pittori lontani dalle avanguardie e dallo stesso «Novecento». Di Magnelli, futuro astrattista, per esempio, scelgono una natura morta giovanile, non una composizione geometrica, né tanto meno le composizioni liriche e non figurative che lartista dipingeva già nella seconda metà degli anni Dieci. Di Dudreville apprezzano una natura morta divisionista, dipinta con qualche ritardo nel 1907-1908. E in questa scelta sono in ottima compagnia. Anche il gallerista Grubicy aveva apprezzato Dudreville (preferendolo a Boccioni) proprio per la sua continuità con lesperienza divisionista. Non tutti, insomma, seguivano le avanguardie. Anzi, ben pochi, perché tutto quello che si conosce rassicura più di quello che non si conosce.
Se queste considerazioni possono appassionare lo storico dellarte, sempre attento a date e cronologie, il pubblico potrà invece gustare tanta buona pittura ottocentesca.
LA MOSTRA
«Arte in transizione». Tortona, Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio. Fino al 15 marzo, catalogo Skira.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.