da Roma
Indebitamento finanziario netto più che dimezzato (meno 56,5%) e segno «più» alle voci ricavi (12,7%), margine operativo lordo (7,1%), risultato operativo (8,9%) e risultato netto di gruppo (16,1%). Per lEnel il bilancio dei primi 9 mesi dellanno è positivo. I dati, che escludono i valori delle attività cedute (Terna e Wind) sono stati approvati ieri dal consiglio presieduto da Piero Gnudi. «Il buon andamento dei primi nove mesi e le buone prospettive per lultimo trimestre - ha commentato lamministratore delegato Fulvio Conti - ci consentono di prevedere un utile netto ordinario, a livello di gruppo per lintero 2005, in significativo miglioramento rispetto allo scorso anno. Lo stesso trend positivo è previsto anche nel 2006». Sempre nei 9 mesi il patrimonio netto è risultato di 18,693 miliardi, mentre lindebitamento finanziario netto di 10,657 miliardi si è notevolmente ridotto dai precedenti 24,514 miliardi «per effetto, essenzialmente, della cessione delle partecipazioni di controllo possedute da Enel in Wind e in Terna». Il rapporto tra debiti e capitale scende così a 0,57 (al 31 dicembre era pari a 1,29).
Nel terzo trimestre, in particolare, la plusvalenza di 821 milioni realizzata sulla cessione del 29,99% del capitale sociale di Terna, ha fatto impennare il risultato netto del gruppo a 1.359 milioni, con un balzo del 200,7 per cento. Lutile netto derivante dalle attività relative al core business dellazienda (produzione e distribuzione di energia elettrica; distribuzione e vendita di gas) ammonta invece a 602 milioni, in aumento del 49,8% rispetto ai precedenti 402 milioni di euro. Tra luglio e settembre, infine, i ricavi sono pure cresciuti del 5,3% a 8.213 milioni con un margine operativo lordo in crescita del 17,6% (1.801 milioni). In aumento anche il risultato operativo: 1.259 milioni (più 27,2%).
Intanto, in relazione alla volontà rilanciata di recente dal premier Silvio Berlusconi sulla vendita di unulteriore tranche del colosso elettrico, Conti nei giorni scorsi ha detto che «lazionista fa quello che vuole» e che «non dovrebbe andare in giro a dire che vuole vendere, ma vendere e basta». Attualmente il ministero dellEconomia ha una partecipazione diretta del 22% circa dell'Enel che sulla base degli attuali costi di Borsa (ieri il titolo ha perso lo 0,52% a 6,74 euro) vale 6-7 miliardi.
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