Energia, le fonti alternative ci accompagneranno nel futuro

Priorità dichiarate della strategia energetica nazionale, il potenziamento delle infrastrutture, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la promozione dell’efficienza accanto al rilancio del nucleare, trovano posto nel disegno di legge 1441-ter/B approvato dalla Camera il primo luglio scorso e ora all’esame del Senato. Gli articoli che formano il «pacchetto energia» delineano le direttrici di una pianificazione orientata a uno sviluppo sostenibile ed eco-compatibile nella progressiva transizione dalle fonti fossili a quelle alternative, con un ruolo primario per il nucleare da fissione. È una base fondamentale per ridare fiato allo sviluppo economico e tecnologico, nonché per riallineare il nostro sistema energetico a quello dei principali Paesi europei. Sebbene a causa della difficile congiuntura la domanda di energia stia segnando il passo, il fabbisogno energetico nell’arco dei prossimi lustri è destinato a crescere; e questo nonostante gli interventi di risparmio e le misure già in atto per elevare l’efficienza dei sistemi. Nel 2008 i consumi di energia elettrica sono calati dello 0,7% rispetto al 2007 e nei primi cinque mesi del 2009 la variazione della richiesta ha subito una flessione pari all’8,6%. Ma è anche vero che dal 1981 si tratta della prima battuta d’arresto nella crescita di un fabbisogno che nell’ultimo decennio è passato da 286 a 338 Twh, con un incremento superiore al 18%.
Attualmente il 71,4% dell’energia elettrica disponibile (al netto dei servizi ausiliari delle produzioni e dei consumi per pompaggi) è di origine termoelettrica, un ulteriore 11,7% viene importato dall’estero, una quota pari al 13,3% è di fonte idroelettrica, mentre l’apporto di eolico, fotovoltaico e geotermoelettrico assomma al restante 3,6%. Un valore cresciuto nell’arco di un anno di quasi un terzo e che ha portato la fetta delle energie alternative a quasi il 17%, un po’ più vicino all’obiettivo fissato dall’Ue: generare un terzo dell’elettricità da rinnovabili, ricavandone così il 20% del bilancio energetico totale entro il 2020. Considerando anche che gli italiani pagano la bolletta più cara d’Europa, è d’importanza decisiva ridurre la percentuale di energia elettrica importata, e poi, sulla spinta del protocollo di Kyoto che impone di limitare le emissioni di gas serra in atmosfera, riconoscere che l’incremento della produzione non può poggiare su un ulteriore ricorso ai combustibili fossili. Se è vero che il potenziamento dell’impiego di biomasse e altre fonti rinnovabili è destinato a fornire comunque un contributo modesto, l’alternativa termonucleare resta la sola in grado di rimpinguare il mix produttivo.
Il disegno di legge 1441 assegna al governo la delega per rilanciare questa fonte di energia ed entro un semestre dalla sua approvazione saranno definiti i criteri per localizzare i siti delle centrali, le norme di sicurezza, le modalità di stoccaggio dei rifiuti e le misure che compensano le popolazioni più vicine agli impianti: è ciò che seguirà all’emanazione dei decreti attuativi e all’istituzione dell’Agenzia per il nucleare. La quale avrà anche il compito di approvare i progetti delle società costruttrici prima di sottoporli ai ministeri competenti e alle amministrazioni locali interessate per la necessaria valutazione di impatto ambientale.
La prima centrale delle quattro per le quali Enel ed Edf hanno già siglato un’intesa, potrebbe diventare operativa nel 2017; i loro reattori da 1.600 Mw ciascuno dovrebbero coprire il 13% circa del fabbisogno nazionale (considerando una crescita dell'1,2% annuo, pari a 50 dei 380 Twh richiesti nel 2020). Il poker di nuove centrali presuppone investimenti per 16 miliardi, consentendo di rispamiare, ai prezzi attuali del petrolio e includendo pure i costi delle emissioni di CO2, oltre il 20%.

Poiché, stando al ministero dello Sviluppo economico, per allora la domanda richiederà il doppio della potenza nucleare installata, è facile prevedere che altri operatori del settore saranno della partita, a cominciare da E.On, il secondo player continentale del comparto.

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