Corruzione? Conflitto di interessi? No, non parlo di un caso politico, ma della guerra degli youtuber che è scoppiata in questi giorni in Italia, in particolare tra coloro che si occupano di videogiochi. A lanciare il sasso è stato Falconero, durante una live del format Cortocircuito. In sintesi, il j’accuse di Falconero: chi recensisce videogiochi, chi li critica, può farlo se è un partner delle stesse aziende che li producono?
Non è che abbia tutti i torti, anzi a mio avviso nessuno. Falconero stesso anni fa aveva collaborazioni con case di software, ma poi si è accorto che minavano la sua indipendenza e libertà di critica. Come puoi criticare un gioco se vieni finanziato da chi lo produce? Come puoi farlo se vai a cena con uno degli sviluppatori? È successo un putiferio, tutto partito dal format Cortocircuito che è già un putiferio di per sé (mi sono visto la live da cui è partito lo tsunami interrotta continuamente da uno che urlava e non mi vado a scomodare per vedere chi era, sarà stato uno youtuber).
Il dito che ha messo Falconero nella piaga digitale non è da poco. Pensate per esempio agli influencer su Instagram: se sponsorizzano un abito o un gioiello, sono obbligati a mettere la scritta #adv. Che significa pubblicità. Tra streamer e youtuber il territorio è più paludoso. Midna e Rider, di Playerinside, non risparmiano critiche a Sony e Microsoft né ai giochi di cui parlano, ma le recensioni di Multiplayer.it, per esempio, assecondano le case produttrici. Reazioni scomposte, perché nel mondo degli youtuber che fanno numeri (anche in termini di guadagni) c’è sempre stata una certa omertà, un po’ come nel mio, tra gli scrittori, e in Falconero un po’ mi sono rivisto, «non si attaccano i colleghi», con la differenza che io non ho e non ho mai avuto colleghi.
Un’analisi pacata l’ha fatta Top Games, distinguendo i content creator singoli dai canali che hanno vere e proprie redazioni (come Multiplayer), e devono pagare gli stipendi ai collaboratori, anche questo è un punto. Tutto questo discorso distinguendo, va da sé, i canali che hanno sponsor dichiarati all’interno del video (tipo Rogue per Nayked, il quale comunque propone ottimi prodotti), insomma bisogna pur mandare avanti la baracca se non ti reggi con gli introiti di Youtube e Twitch (e sono pochi che riescono a farlo).
Dipende poi da quanto ti basta, e dalle ambizioni economiche. Ma perfino qui Falconero è irremovibile, ne fa una questione di trasparenza. Alla domanda «accetteresti lo sponsor di North VPN?» (lo trovate in quasi tutti i video su Youtube), risponde: «No, perché quello e non un altro? Potrei accettare di essere sponsorizzato dall’acqua che bevo durante le live, perché già la bevo per conto mio, ma non mi hanno mai contattato».
Ci sono poi delle eccezioni: Velox è uno di quelli che viene invitato da Activision in America a ogni nuovo lancio di Call of Duty, però quando torna vi parla del gioco dicendo le sue impressioni e anche i difetti: visti i suoi numeri se lo può permettere (serve molto più lui a Activision che Activision a lui). Idem per Kyborg, nella polemica non c’è proprio entrato, ci tiene così tanto a essere «pulito» (lo dice sempre) che si sarebbe sporcato solo a parlarne. In ogni caso, nella polemica sollevata da Falconero, è uscito di tutto, perfino complottisti, no-vax, quelli del «non ce lo dicono» (perfino nei videogiochi ci sono i complottisti). Io, comunque, direi che le recensioni pagate, a differenza di quelle libere, si riconoscono subito, e su Youtube comandano gli utenti, quindi sono scelte. Magari però, come su Instagram, l’obbligo di un mettere un #adv non sarebbe male, per rendere tutto più chiaro.
Non sapete quanto mi sia costato fare questa sintesi, mi sono infognato in live caricate su Youtube che durano tre ore, neppure un film di Nolan, lo stesso Falconero ha pubblicato un video per riassumere tutta la vicenda che dura mezz’ora (gli youtuber sono logorroici, sennò non farebbero gli youtuber), ma se tutti si sono incazzati così tanto, Falconero oltre a essere un falco nero è la pecora nera degli youtuber, e mi sta simpatico. Preciso: non è un mio amico, e neppure un mio Parente (per diventarlo, è noto, è molto difficile). Quanto ha denunciato, però, non fa una piega, se non quella nei portafogli altrui.
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