Nuova frontiera per i film: così Sony ci "spia" al cinema

Sony VX è un sistema basato su Intelligenza artificiale e sensori per captare le emozioni degli spettatori nelle sale dei cinema. Una frontiera per produrre film che fanno cassetta

Nuova frontiera per i film: così Sony ci "spia" al cinema

Lo scorso 6 dicembre ha avuto luogo la Sony Technology Exchange Fair (Stef), una kermesse annuale durante la quale il conglomerato giapponese presenta – tra le altre cose – le nuove tecnologie che ha messo o sta mettendo a punto.

Tra queste spicca il sistema VX (Viewing eXperience), pensato per produrre film più capaci di fare breccia nei cuori degli spettatori (e quindi file più lunghe ai botteghini), si tratta di un confine più ampio ma non di qualcosa che, in altri termini, è al di fuori delle sperimentazioni già attuate da altri giganti dell’entertainment.

Cos’è Sony VX

È un sistema che fa leva sulla raccolta di dati tramite sensori e sulla loro elaborazione affidata a un’apposita Intelligenza artificiale (IA). Con VX Sony vuole raccogliere le sensazioni degli spettatori in tempo reale, all’interno di sale cinematografiche appositamente equipaggiate.

I sensori rivelano le espressioni del volto, il battito cardiaco e l’audio, consegnando tutti dati anonimizzati a degli algoritmi IA affinché si possano produrre film che meglio soddisfano gli appetiti del pubblico, oltre a contenuti pubblicitari meglio recepiti dagli spettatori.

Un sistema in realtà già usato da Sony Picture e Sony Entertainment per valutare l’appeal di film e videogiochi e che ora, entrando nelle sale cinematografiche, amplia gli orizzonti del proprio utilizzo.

Il sistema usa una IA e il Machine learning, lasciando alla prima il compito di comprendere l’entità delle emozioni sperimentate dagli spettatori e alla seconda le misurazioni minuto per minuto al fine di ricostruire il “sentiment” della platea durante ogni singola scena.

Da qui nasce un profondo percorso di analisi che deve tenere conto dell’età, del genere e dell’etnia degli spettatori. Tuttavia, seppure in modalità meno eclatanti, i colossi dell’entertainment fanno già ampio uso di dati differiti per capire cosa piace agli spettatori.

Video on-demand

Sony sta ampliando le frontiere, puntando sulle rilevazioni dei sentimenti in tempo reale, fermo restando che per il momento VX viene adottato nell’ambito di proiezioni dedicate, fatte proprio per capire se una pellicola può incontrare i gusti del pubblico.

Sono diversi anni che i giganti dell'industria del video on-demand raccolgono quantità ingenti di dati per sapere quali scene, quali ambientazioni e financo quali attori piacciono o meno al pubblico, analizzando i comportamenti di chi sta usufruendo di un contenuto, come fa Netflix. Così, per esempio, se l’apparizione di un attore durante un film spinge gli utenti a cambiare canale, l’industria dell’entertainment fa le valutazioni che ritiene opportune.

Un sistema meno invasivo e futuristico di quello proposto da Sony ma parimenti attento alle reazioni del pubblico.

L’idea di fondo però fa da collante: saranno gli algoritmi a orientare casting, registi, sceneggiatori e produttori.

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