Equitazione italiana alle Olimpiadi

Un breve tuffo nelle vecchie glorie tricolore

Equitazione italiana alle Olimpiadi

Il 27 Luglio allo stadio Olimpico si è dato il via alla manifestazione sportiva che per due settimane monopolizzerà l’attenzione degli appassionati di tutto il mondo.
Anche l’equitazione italiana è presenta a Londra con Vittoria Panizzon, Stefano Brecciaroli e Valentina Truppa, nella speranza di conquistare medaglie che mancano oramai da decenni.

Ma l’equitazione italiana ha un passato glorioso alle olimpiadi, ripercorriamo insieme questa lontana storia di successi.

Ai Giochi di Anversa nel 1920, Caffaratti si qualificò terzo nel completo individuale e la squadra di completo (composta da Caffaratti, Spighi e Cacciandra) si piazzò seconda, mentre i cavalieri Lequi e Valerio primi e secondi nel salto individuale contribuendo con De Rossi al terzo gradino del salto ostacoli a squadre.

Nel 1924, l’Italia ripete i successi dell’edizione precedente dove Lequio si posiziona seconda nel Salto individuale e la squadra di completo (Lombardi, Alvisi e di Pralormo) si classificano terzi dopo Olanda e Svezia.

All’edizione olandese del 1928, che si tenne ad Amsterdam, l’Italia partecipò con i cavalieri Giuseppe Valenzano, Eugenio Cerboneschi, Francesco Forquet, Alessandro Bettoni e Tommaso Lequio ma non ottenne medaglie.

L’edizione del 1932, che si tenne a Los Angeles, venne invece disertata dai cavalieri italiani, complice la crisi economica e l’eccessiva distanza.

Anche le undicesime Olimpiadi, tenutesi a Berlino nel 1936, segnano la partecipazione senza vittorie dei cavalieri Italiani: Dino Ferruzzi, Raniero di Campello e Giuseppe Chiantia per il completo, Renzo Bonivento, Gerardo Conforti.

Londra 1948 segna invece il debutto di Raimondo D’Inzeo che con il suo Regate e la sua sella Pariani si posiziona 30° durante la competizione di salto individuale.

Ad Helsinki nel 1952, debutta invece l’altro fratello D’Inzeo, Piero che si classifica sesto al concorso di completo montando Pagoro. Rimondo è invece 7° al salto, seguito al 31° posto da Oppes.

Nel 1956 a Melbourne la stella dei Fratelli D’Inzeo comincia a brillare: 2 e 3° posto per i fratelli Romani nel concorso di salto individuale e gradino argentato per la squadra di salto a ostacoli, completata dalla presenza di Oppes. Finalmente con l’edizione romana dei giochi Olimpici nel 1960 l’Italia si impone all’attenzione mondiale riconfermando la bravura dei Fratelli d’Inzeo e di Oppes: Raimondo vince la medaglia d’oro, Piero quella d’argento mentre i due con l’amico Oppes si posizionano sul gradino più basso del podio nel concorso di salto a squadre.

Nel 1964 a Tokyo, debutta invece l’altro storico nome dell’equitazione italiana: Graziano Mancinelli.
Pur non posizionandosi nella parte alta della classifica di salto individuale, riesce insieme a Pietro e Raimondo D’Inzeo a vincere la medaglia di bronzo nel concorso a squadre.
Ottimo risultato invece del completo a squadre, primo posto per il team italiano composto da Checcoli, Angioni, Ravano, Argenton.

Dopo numerosi successi, a Città del Messico 1968 solo quinto posto per la delegazione italiana composta da Argenton e Angioni per il completo, Piero d’Inzeo, Mancinelli e Raimondo d’Inzeo per il salto.

L’edizione di Monaco 1972 segna invece la vittoria di Mancinelli, che su Ambassador vince la medaglia d’oro. Mancinelli non si risparmia neanche sulla gara di salto a squadre dove insieme a Orlandi e ai fratelli D’Inzeo vince il terzo premio, mentre Argenton si qualifica secondo nel completo individuale.

Ne 1980 l’equitazione italiana torna a brillare sul podio iridato grazie a Federico Roman, che vince il concorso di completo individuale, oltre a contribuire alla vittoria del secondo posto della squadra Italiana e composta dai fratelli Roman, Casagrande e Sciocchetti.

Dopo le Olimpiadi di Mosca, nonostante la continua partecipazione dei cavalieri italiani non sono state riportate vittorie significative, speriamo dunque in una serie di vittorie a Londra per i nostri atleti a cui facciamo un grande in bocca al lupo.

E c’è un’azienda italiana che ha accompagnato per 100 anni i cavalieri azzurri alle olimpiadi, è la famosa Selleria Pariani di Milano che ha partecipato con le sue selle a 28 olimpiadi e che ancora oggi realizza le selle per i campioni in gara

a Londra: Vittoria Panizzon e Stefano Brecciaroli, due dei tre azzurri impegnati nei concorsi olimpici, sono infatti storici testimonial del marchio meneghino e due tra i più illustri rappresentanti del completo italiano.

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