Erba, in aula sfilano i vicini: «Olindo terrorizzava Raffaella»

Anni di incomprensioni, litigi e minacce raccontati da chi abitava accanto ai Romano: «Potevano fare quello che volevano, gli altri dovevano sottostare alle loro prepotenze»

nostro inviato a Como
I passi, i rumori di quella sera. Forse anche i presagi. L'oziosa routine. Ma anche le stranezze. Riascoltate con noi gli stessi rumori. Provate a entrare nelle case degli abitanti della corte e a rivivere le due ore-chiave di quella sera. Così, come le abbiamo rivissute ieri in Corte d'assise a Como. Perché ieri in aula è entrata l'intera corte di via Diaz 25 a Erba. E la sera dell'11 dicembre 2006 è stata ripercorsa alla moviola. Fotogramma per fotogramma.
Entriamo, dunque, nella corte. E guardiamola con gli occhi dei vicini di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Sono all'incirca le 18.30. Eccola la signora Maria Rosa Fiorini, quella che sta al pianterreno, proprio accanto a Olindo e Rosa. Sta giochicchiando con il telecomando, indecisa se andare a lavarsi i capelli o occuparsi prima della cena visto che il marito, Luigi Lazzarini, sarà a casa tra breve. Ricordate? Maria Rosa e Luigi coi coniugi Romano non si parlano più. Colpa di un pianta messa da Maria Rosa troppo vicino alla porta di Rosa Bazzi e colpa soprattutto dell'auto. Che Luigi parcheggia accanto a quella di Olindo ma che, ogni tanto, sistema troppo avanti, vicino al marciapiede. «Se continui così un giorno l'altro gli do fuoco alla tua auto», gli aveva buttato lì Rosa. Fine dei rapporti. «È vero mi hai detto proprio così è inutile che adesso dici di no», urla Lazzarini verso Rosa che, chiusa in gabbia scuote la testa. «Loro potevano fare quello che volevano, gli altri dovevano sottostare alle loro prepotenze», ripete riferendosi ai Romano. «Tanto che per Raffaella era un continuo riprendere il piccolo Youssef perché non facesse rumore, anche lei era terrorizzata».
Torniamo nella corte. Sono quasi le 19 Luigi Lazzarini rientra dal lavoro, parcheggia. L'auto di Olindo non c'è, e nemmeno Olindo è fuori a fumare. Luigi ha uno di quei pensieri che passano come lampi nella mente: «Guarda che silenzio, che tranquillità stasera, non ci sono quei due rompicoglioni (sic, in aula) della Rosa e dell'Olindo». Poi entra in casa e gli bastano pochi secondi per incavolarsi: Maria Rosa sta vedendo il Tg4. Ma lui non sopporta il Tg4, e nemmeno Fede, allora si cambia canale. «Te l'ho detto mille volte - dice alla moglie -. Sentiamo il Tg3 e mettiamoci a mangiare».
Raffaella Castagna, che abita sopra di loro come sopra Olindo e Rosa, non è ancora rientrata. Quindi nessun rumore perché «quando arriva si sente». Arriverà dieci minuti prima delle otto, come tutte le sere. In compenso è già rientrato il «siriano», come lo chiamiamo tutti nella corte di via Diaz. Per andar su, da Raffaella e Azouz bisogna passare per forza davanti alla sua porta, al primo piano. Fa il muratore, il siriano, che poi sarebbe AbdulKharim Jhalouf. Esce alle 6.30 del mattino e torna più o meno dodici ore dopo. A casa ci rimane la moglie, Heba Baddoura: ha i due figli cui badare e deve tenersi nel cassetto la laurea in ingegneria presa a Damasco. Con Rosa e Olindo, ma anche con Azouz e Raffaella, non hanno praticamente rapporti. Vanno a tavola. Forse nel frattempo Raffaella è tornata. Visto che fa rumore come al solito, sopra. Sono passate le 20 da una decina di minuti. «Un momento, non sembrano i passi di Raffaella, lei ha una camminata più pesante». Abdulkharim va allo spioncino «Tirati via - gli dice Heba - non sono affari tuoi». Si affaccia sul ballatoio, dalla parte opposta della corte, Vittorio Ballabio. Sono le 20 e 20: ha appena visto l'ora sul videoregistratore, alzandosi dalla poltrona. Gli tocca, come al solito, sbattere le briciole dalla tovaglia. Vede il fumo uscire dall'appartamento di Raffaella. Si precipita ad avvisare l'inquilino di sotto, Glauco Bartezaghi vigile del fuoco volontario. Saranno loro due a scoprire l'orrore.

Richiamata dal trambusto scende anche Maria Rosa Fiorini. Poi la moglie di Bartezaghi, Claudia Canali. Arrivano pompieri, ambulanze, carabinieri. Tutta la gente della corte esce di casa. Ed entra in una notte da incubi.

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