Gli eroi contemporanei dell'Asia in un calendario

Firmato da Denis Rouvre, conclude il progetto fotografico «The Earth Defender» durato 3 anni

Gli eroi contemporanei dell'Asia in un calendario

Tre anni, 3 calendari d'autore, 3 continenti, 17 paesi, oltre 10mila chilometri percorsi e foto scattate, più di 350 Difensori della Terra conosciuti. Con We Are What We Live, il Calendario Lavazza 2017, si conclude il progetto fotografico The Earth Defenders, sviluppato insieme a Slow Food. Dopo le fotografie di Steve McCurry in Africa (2015) e di Joey L. nel Centro e nel Sud America (2016), ecco Denis Rouvre, tre volte vincitore del World Press Photo, a scavare in profondità nei volti di quelli che lui definisce «eroi contemporanei» del Sud Est Asiatico, che, con sacrificio e dedizione, permettono di migliorare le condizioni di vita delle comunità locali e contrastano le minacce dei cambiamenti climatici. Metà uomo e metà ambiente: il calendario è composto da 12 coppie di fotografie affiancate.

Da una parte c'è il viso di un uomo o di una donna, ritratti nella loro essenza e naturalezza; dall'altra c'è un luogo, un paesaggio, che rappresenta l'ambiente che vivono, amano, lavorano, difendono e cui finiscono per somigliare. We Are What We Live, siamo ciò che abitiamo. Così ogni ritratto è anche un paesaggio e ogni paesaggio finisce per essere un ritratto. È la magia della geografia dei volti. Racconta la donna di Sumatra, protagonista di febbraio: «Sono nata ai piedi delle grandi colline, tra le fronde della madre foresta Fin da subito ho modellato la mia vita secondo i cambi climatici. Ho imparato ad assorbire le piogge, ad oppormi ai venti, ad asciugarmi al sole

A generare quell'ombra che qui significa generare caffè. Perché, per crescere all'equatore, il caffè ha bisogno di essere riparato dal calore dei raggi. E il mio compito fin da quando son nata, è proprio questo: proteggerlo. Perché sono di Pilla. E sono una donna. E sono una pianta». Insomma, nei luoghi in cui l'esistenza dell'uomo è in perfetta simbiosi con l'ambiente, l'uno non può prosperare senza l'altro, l'uno non può gioire, soffrire e sudare senza l'altro. Così in Indonesia le acque magiche del lago di Tanjung sembrano specchiarsi nelle labbra di un coltivatore di caffè (gennaio). In India migliaia di api di Kotagiri quasi si incastrano nelle rughe di un anziano cacciatore di miele millefiori (maggio), mentre a Karnataka (marzo) il carattere eterogeneo della foresta - dove la pianta di caffè cresce in mezzo a un'infinità di altre specie - si ritrova nei tratti di un giovane, che ogni giorno raggiunge le piantagioni per continuare il lavoro dei suoi avi e per piantare nuovi alberi. «Servono a filtrare la luce solare e a creare un clima ideale per ottenere il perfetto sviluppo della pianta, che va di pari passo a quello della comunità».

«È un invito a voler bene alla terra che abitiamo e un grande insegnamento, perché l'economia fotografata non è solo da preservare, ma da imitare visto che non conosce crisi», ha detto Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, con cui Lavazza da vent'anni sviluppa progetti per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di migliaia di coltivatori nei paesi produttori come l'India.

MTiz

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