Americani spiati sul web: Obama aveva accesso ai dati di Google, Fb e Skype

Bufera sulla Casa Bianca. Lo scandalo si allarga: la Nsa ha spiato anche i server di aziende come Microsoft, Google, Facebook. Nyt: "Obama ha perso credibilità". Ma il presidente: "Il piano di cui stiamo parlando è noto a ogni membro del Congresso. Autorizzato più volte"

Americani spiati sul web: Obama aveva accesso ai dati di Google, Fb e Skype

"Un abuso di potere che richiede vere spiegazioni". Il New York Times affonda il presidente Barack Obama con un editoriale al vetriolo. Lo scandalo delle telefonate spiate dalla National Security Agency è al centro di un vortice mediatico che sta scovolgendo gli Stati Uniti. "L’amministrazione Obama ha perso ogni credibilità", ha scritto il comitato editoriale del giornale secondo cui il governo americano ha risposto "con le stesse banalità che ha usato ogni volta che Obama è stato sorpreso a eccedere nell’uso dei suoi poteri". Secondo gli ultimi risvolti, l’amministrazione Obama non avrebbe spiato soltanto i cellulari ma anche la rete.

Lo scandalo si allarga a macchia d'olio. Dopo lo scoop del Guardian sulle utenze Verizon intercettate, il Washington Post ha rivelato che la Casa Bianca ha accesso anche ai server dei giganti della web attraverso il programma Prism. L’ennesima rivelazione è arrivata al termine di una delle giornate più difficili per l’inquilino della Casa Bianca che, attaccato su tutti i fronti, è stato aragonato all'ex presidente George W. Bush. Tanto che su Twitter c’è chi, approfittando della coincidenza con l’anniversario dello sbarco in Normandia, parla di Dday per la difesa del diritto della privacy. In serata una fonte anonima dell’amministrazione statunitense ha cercato di placare la bufera. "Il programma Prism con cui l’Fbi ha accesso alle maggiori aziende di internet - spiega la fonte - autorizza a controllare solo cittadini non americani o che vivono fuori dagli Stati Uniti". "Si tratta - ha, poi, sottolineato - della più importante mole di dati d’intelligence di sempre, usata per proteggere la Nazione da molteplici minacce". Lo stesso direttore della National intelligence James Clapper ha spiegato che i reportage del Guardian e del Washington Post sono "pieni di errori". Parole dure che però non fermano lo sdegno di fronte alla notizia che l’Fbi ha accesso diretto ai server di aziende come Microsoft, Google, Facebook, Skype e Apple e che può estrarre foto, video e contatti sulla vita di milioni di persone. Non solo. Secondo il Wall Street Journal, anche le carte di credito degli americani sarebbero state messe sotto controllo dalla National Security Agency. Insomma, uno scandalo da proporzioni inimmaginabili. Tanto che perfino il New York Times, ancora prima delle notizie sul programma Prism, ha duramente attaccato il presidente americano. "L’amministrazione ha perso credibilità", ha affermato il quotidiano tradizionalmente vicino a Obama. Le telefonate spiate sono un "abuso di potere di potere che richiede vere spiegazioni". Sinora il governo ha risposto "con le stesse banalità che ha usato ogni volta che il presidente Obama è stato sorpreso a eccedere nell’uso dei suoi poteri".

Secondo il Washington Post, il programma segreto dal nome in codice Prism somiglia molto "a quello controverso voluto dal presidente George W. Bush dopo gli attacchi dell’11 settembre". Un programma creato nel 2007, al quale Microsoft ha collaborato per prima. Le aziende per aprire i loro server alle autorità e acquistare l’immunità da azioni legali devono ottenere una direttiva dal procuratore generale e dal direttore nazionale dell’intelligence. "In pratica - afferma il Washington Post - hanno spazio di manovra, come dimostra il fatto che Apple abbia resistito per anni prima di entrarvi a fare parte". Google si è affrettata a precisare che comunica "i dati al governo nel rispetto della legge". "Di tanto in tanto alcuni sostengono che abbiamo creato una porta per il governo nel nostro sistema - ha continuato il colosso americano - ma Google non ha alcuna porta per il governo per accedere ai dati degli utenti". Dal canto suo, la Apple ha fatto sapere di non avere idea di cosa si stia parlando, di non avere mai fornito ad alcuna agenzia governativa alcun accesso ai propri server.

In serata il presidente Barack Obama è intervenuto sul tema e ha dichiarato, spiegando che "nessuno ascolta le telefonate".

"Il piano di cui stiamo parlando è noto a ogni membro del Congresso ed è stato autorizzato più volte dal 2007 con sostegno bipartisan", ha aggiunto il capo della Casa Bianca. "Io e il mio staff diamo una valutazione a questo programma e crediamo che il suo obiettivo sia quello di prevenire il terrorismo", ha detto il presidente.

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