Com'è la Libia a un anno esatto dall'uccisione di Gheddafi? Il presidente dell’Assemblea nazionale libica, Mohamed el Megaryef, in un discorso in tv dice che "la liberazione del Paese non è stata ancora realizzata completamente in alcune regioni". E cita in particolare la città di Bani Walid, una delle ultime roccaforti del vecchio regime, teatro da diversi giorni di durissimi scontri. "Non stiamo prendendo di mira una regione, una tribù o civili disarmati, ma dei fuorilegge. Si tratta di imporre la legittimità dello Stato", assicura el Megarif. Scontri tra l'esercito e combattenti locali erano iniziati mercoledì e proseguono tuttora. Almeno sei persone sono morte e altre 80 sono rimaste ferite. Una fonte medica fa sapere che "gli attacchi sono ancora in corso e il bilancio potrebbe aggravarsi".
Il comandante militare della città, Salem al-Waer, fa sapere invece che i bombardamenti si intensificano e che "cinque persone sono rimaste uccise e oltre 40 case sono state distrutte da lanci di granate e mortai". Tra mercoledì e giovedi scorsi in un altro attacco lanciato da ex ribelli - che avanzavano portando la bandiera dell’esercito libico - sempre nella stessa città, sono morte decine di persone. L’attacco, in quell'occasione, era coinciso con il primo anniversario dell’annuncio della liberazione di Bani Walid durante la guerra.
La violenza a Bani Walid è riesplosa dal giorno della morte di Omran Shaaban, l'uomo che avrebbe scoperto l’ultimo rifugio del rais e catturato Gheddafi.
Ventiduenne, Shaaban nel luglio scorso era stato rapito e torturato proprio a Bani Walid. Rilasciato grazie a una mediazione delle autorità, non è sopravvissuto alle ferite d’arma da fuoco riportate durante il rapimento.
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