Beirut, autobomba uccide cinque persone davanti alla sede di Hezbollah

Ennesima esplosione nel quartiere dove l'Hezbollah ha sede: vittime e feriti

Beirut, autobomba uccide cinque persone davanti alla sede di Hezbollah

Una nuova esplosione ha illuminato il quartiere a sud di Beirut, roccaforte sciita, in una degenerazione che pare non avere fine. 5 morti e 32 feriti sembra essere il bilancio attuale.

Già lo scorso 2 gennaio, un'autobomba lanciata a tutta velocita uccise tre persone e ne ferì altre venti nel quartiere di Haret Hreik. Nella capitale, ormai, si sono formati nuovi rioni etnici dove la gente si rifugia, nel disperato tentativo di scappare da una guerra senza quartiere né bandiere. Nella parte centrosettentrionale i cristiani-maroniti, in quella occidentale i sunniti e a sud gli sciiti: tre fronti diversi per una sola città.

Grazie alla scarsa o nulla opposizione del governo, che per adesso si limita a guardare ipotizzando quale sarà il prossimo bersaglio, i terroristi hanno trovato campo libero per compiere questi scempi senza essere disturbati, rivendicandoli come "atti di fede". L'emittente televisiva al Arabiya ha confermato che anche oggi l'attacco è stato messo in atto da un kamikaze, dato che sono state trovate parti del suo corpo sul selciato.

Si tratta del quinto attentato compiuto nei confronti di Hezbollah dallo scorso agosto, in un excursus di violenza che sta insanguinando le strade della città. La bomba, secondo indiscrezioni, era piazzata su una macchina nel parcheggio di un vicino centro islamico, e nell'esplosione ha coinvolto anche alcune pompe di benzina vicine. Dapprima si credeva che l'attacco fosse opera di Israele, ma subito dopo la smentita in quanto il "Fronte al Nusra in Libano" ha dichiarato: "Con l'aiuto di Dio abbiamo risposto ai massacri compiuti dal partito dell'Iran (Hezbollah) contro i bambini siriani e di Arsal (a nord-est di Beirut, ndr) con un'operazione suicida che ha preso di mira il cuore dei suoi quartieri meridionali (di Beirut)". Il Fronte ha poi lanciato un appello, invitando "la comunità sunnita presente in tutte le zone del Libano a serrare i ranghi per combattere il partito del diavolo". In Libano, oltretutto, sono in aumento le tensioni fra sciiti e sunniti, anche per effetto della guerra nella vicina Siria: i ribelli siriani sono per lo più sunniti e vengono appoggiati dalla parte sunnita della popolazione libanese; il gruppo Hezbollah è invece sciita e molti sciiti libanesi sostengono Bashar Assad, che è un membro della setta alawita, derivata dall'islam sciita.

Con uno stato confinante prevalentemente nemico e una forte presenza sunnita, il Libano attraversa una crisi che sembra portare solo all'annientamento. E dato che nessuna delle due parti è disposta a cedere, non si riescono a immaginare quali risvolti si avranno dall'accaduto e come ha intenzione di reagire Hezbollah.

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