Caso Petraeus, spunta la terza donna

Le indagini dell'Fbi che hanno scoperto la tresca dell'ex capo della Cia partirono dopo la denuncia di una dipendente del Dipartimento di Stato, minacciata da Paula Broadwell

Caso Petraeus, spunta la terza donna

Il caso Petraeus si arricchisce di nuovi particolari. Dopo Paula Broadwell c'è una terza donna nella storia che ha travolto il capo della Cia. Si tratta di Gill Kelley, 37 anni, ufficiale di collegamento militare del Dipartimento di Stato al Central Command di Tampa, in Florida. La Kelley avrebbe curato i contatti tra il Dipartimento di Stato e il Joint Special Operation Command (Jsoc), incaricato delle operazioni speciali. Come quella che ha permesso di neutralizzare il capo di al Qaida Osama Bin Laden, all'inizio di maggio 2011.

Dopo aver individuato l'identità dell'amante che ha portato alle dimissioni il capo della Cia, la stampa americana è andata a caccia del nome di colei che, rivolgendosi all'Fbi, ha innescato il terremoto. L'Fbi, ricordiamo, ha iniziato a indagare per una denuncia di molestie (via e-mail). Poi a sorpresa (così dicono) è spuntato il nome del generale.

A fare lo scoop, scoprendo il nome della terza donna, è l'agenzia AP. Viene fuori, dopo la Cia e l'Fbi, anche il coinvolgimento del Dipartimento di Stato. Poco prima alti funzionari informati sui fatti citati dal New York Times avevano raccontato che la misteriosa donna che è andata direttamente all'Fbi per denunciare di aver ricevuto minacce non è la moglie o una parente dell'ormai ex capo della Cia, e non lavora per il governo. Paula Broadwell, la biografa-amante di Petraeus che la minacciava, considerava la Kelley una rivale.

Jill Kelley conosce bene Petraeus. Al punto di averlo avuto come ospite d'onore ad una festa (dei Pirati) che ogni anno si celebra a Tampa. Party che Jill - 37 anni, sposata e madre di tre bambini - nel 2010 aveva organizzato con suo marito, il chirurgo Scott Kelley. Petraeus vi prese parte con la moglie. Non c'é alcuna prova che Jill Kelley, che con la sua denuncia all'Fbi ha innescato il terremoto, fosse l'amante del generale. Ma di sicuro la Broadwell la riteneva "una minaccia per la sua relazione" con Petraeus. E la Jill aveva rapporti con la famiglia Petraeus: alcune foto che circolano sui siti americani la ritraggono in uno scatto a tre, lei, suo marito e la moglie del generale.

A Washington, intanto, ci si interroga soprattutto su una cosa: la tempistica. Se lo scandalo fosse scoppiato solo una decina di giorni prima, infatti, avrebbe potuto influenzare il risultato delle elezioni. E visto che l'indagine - che toccando il capo della Cia e le sue comunicazioni private, in qualche modo riguardava la sicurezza nazionale, andava avanti da settimane - chi ha deciso di aspettare fino a venerdì a vuotare il sacco? Possibile che nessuno alla Casa Bianca sapesse nulla? Qualcuno parla già di un nuovo Watergate con la verità che, piano piano, verrà a galla.

Il numero due della Cia Michael Morell, che ora ha assunto ad interim la guida dell'Agenzia, dovrà rispondere a una commissione del Congresso sull'assalto al consolato Usa a Bengasi, in cui l'11 settembre sono morti quattro americani, tra cui l'ambasciatore Chris

Stevens. L'audizione era in programma con Petraeus, che a causa delle dimissioni non risponderà. Almeno per ora. Perché la vicenda Bengasi, che ha causato non pochi imbarazzi alla Casa Bianca, potrebbe riservare sorprese.

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