Eliseo, Hollande a un passo Merkel: non ho paura di lui

Cresce l'impazienza per l'esito del ballottaggio in Francia. Il socialista, favorito, potrebbe rivedere il Fiscal compact: "La Germania non decide per l'Europa"

Eliseo, Hollande a un passo Merkel: non ho paura di lui

Parigi - Sotto la lente d’ingradimen­to c’è soprattutto la Francia. L’equi­librio europeo, basato oggi sull’as­se franco- tedesco, vacilla. E i merca­ti e le agenzie di rating tengono pre­sente i sondaggi. Gli ultimi due dati danno il presidente-uscente in rial­zo di mezzo punto, al 47,5 per cen­to. Ma col socialista al 52,5%, lo staff di François Hollande si spinge in avanti, annunciando che, se sarà presidente, a fine maggio vole­rà a Bruxelles per manifestare insod­di­sfazione sulle po­litiche economi­ch­e dell’Unione eu­ropea, compreso il Fiscal Compact, il patto di bilancio fir­mato a inizio mar­zo dai Paesi mem­bri e fortemente voluto dalla Germa­nia. Una dichiarazione battagliera del suo direttore di campagna, Pier­re Moscovici, a cui ieri ha risposto a distanza il portavoce di Angela Me­rkel: «La Cancelliera non ha mai avuto paura di Hollande».

Il candidato socialista ha detto di voler rinegoziare l’accordo, ma de­ve fare i conti anche con un bilancio nazionale e un debito pubblico che il Ps non intende ripianare del tutto prima del 2017. Al contrario, Sarkozy ha nel suo pacchetto pro­grammatico un rientro pieno entro il 2016. Così, ieri, il quotidiano tedesco Sueddeutsche Zeitung , citando un documento d’ambasciata,scriveva che Hollande sarebbe per una «so­luzione pragmatica »in un’eventua­le disputa con Berlino sul Fiscal compact. Proposte concrete sareb­bero già state discusse «informal­mente con Berlino », per un comple­tamento del patto di bilancio euro­peo con un piano per la crescita da discutere nel prossimo vertice Ue di giugno. Poco più di un giorno e mezzo, per Sarkozy, è davvero poco per re­cuperare i consensi necessari. Tan­topiù da questa mattina all’alba, da quando cioè è scattato il divieto di propaganda, dall’organizzazione di comizi al volantinaggio, interrot­to a mezzanotte. Regola estesa an­che ai social network in cui i militan­ti non potranno invitare al voto per l’uno o per l’altro, ma solo a recarsi alle urne.

Ecco perché i giovani Ump hanno sfruttato al massimo la giornata di ieri. Per dimostrare co­me molti under 26- secondo la stam­pa francese più vicini a Hollande- si sono dati appuntamento a Parigi, in buona parte dei quartieri dove i consensi sono andati al centrista François Bayrou: con l’obiettivo di portare alle urne quegli elettori che si considerano scontenti e non lon­tani dal programma economico del­la destra neogollista. In campo an­che il fedele Gerard Depardieu, che ha firmato un appello pro Sarkò in­sieme con altri 17 artisti e intellet­tuali. Attendono i risultati di domani cancellerie europee vecchie e nuo­ve, per capire cosa farà il candidato Ps in caso di vittoria. Se romperà con Berlino- «la Germania non deci­de per l’Europa» - o se avrà una di­scussione «franca» con la Kanzle­rin. O se, invece, a sorpresa, sarà an­cora Sarkozy ad abitare l’Eliseo per cinque anni portando in sede euro­pea le sue politiche di rigore.

Facendo la media tra sondaggi, a cui i francesi badano poco, si preve­de tra i 5 e i 7 punti di distacco. Ma un altro sondaggio dà spazio alle speranze della destra: solo 4 punti di distanza secondo l’Ifop. I giornali economici, a partire da Les Echos , si sono impegnati a capire se i proposi­ti de­i due concorrenti abbiano la ne­cessaria copertura finanziaria. En­trambi sono risultati un po’ troppo ottimisti. La Francia sembra dun­que seguire l’onda dei governi poli­tici europei che traballano. Ma se per Pierluigi Bersani c’è l’opportu­nità di iniziare un nuovo ciclo, Sarkò ci crede ancora.

Ieri ha citato Papa Wojtyla: «Non abbiate paura, voltare le spalle alle nazioni signifi­ca voltare le spalle all’avvenire ». E ri­cordando che pure nel 2007 Bayrou aveva invitato al voto contro di lui, e vinse «lo stesso», ha chiuso la sua campagna elettorale.

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