Scontri a fuoco nelle Filippine tra la polizia e gruppi di sciacalli armati

Il bilancio ufficiale parla di 2.275 morti a causa del tifone. Otto vittime nell'assalto a un deposito di riso

Scontri a fuoco nelle Filippine tra la polizia e gruppi di sciacalli armati

Si aggrava col passare dei giorni il bilancio del tifone che ha sconvolto le Filippine, lasciando - secondo gli ultimi dati - 2.275 persone senza vita e più di tremila feriti, mentre sono almeno 80 i dispersi.

Mentre continuano le ricerche, la popolazione deve fare i conti con i problemi lasciati dal passaggio di Haiyan. In primo piano la scarsità di medicinali, cibo e acqua e i conseguenti episodi di sciacallaggio che si verificano con frequenza.

Questa mattina l'esercito è stato costretto ad aprire il fuoco su un gruppo armato di persone che tentavano di svuotare i negozi nel villagio di Abucay, uno dei centri più colpiti dal tifone. Almeno otto persone sono morte invece nel saccheggio di un deposito di riso ad Alalang, sull'isola di Leyte, schiacchiate dal crollo di un muro. Episodi simili anche a Palo, dove sono stati presi d'assalto i depositi della farmaceutica United Laboratories.

Proprio Leyte e Samar sono le zone più colpite delle Filippine e se è vero che l'attuale bilancio parla di meno di tremila vittime nel Paese, il presidente Benigno Aquino ha ammesso ieri che i numeri sono destinati a salire. Le cifre sono comunque al momento molto più basse delle prime stime, che parlavano di oltre 10mila morti.

Continuano intanto ad arrivare gli aiuti. Due navi anfibie americane si trovano nelle acque dell'arcipelago e il Giappone ha annunciato oggi il dispiegamento di mille militari e tre navi per fare fronte all'emergenza.

Sono in corso anche le operazioni per rimettere completamente in funzione l'aeroporto di Tacloban e permettere agli aerei di volare anche di notte. Il Commissariato Onu per i rifugiati sta allestendo un ponte aereo che assisterà i dieci milioni di persone colpite dal tifone.

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