Non tutti sanno che...fino ad oggi alle donne non era permesso girare per le strade di Parigi con addosso un paio di pantaloni. A meno che le donzelle non fossero a cavallo o in bicicletta. Incredibile, ma vero? Qualcosa del genere.
Un'ordinanza emessa dalla Prefettura di Parigi impediva fino ad ora alle signore di vestire "come un uomo". Peccato che fosse stata emessa nel 1799. Ai tempi il mese di novembre si chiamava ancora Brumaio, secondo la tradizione del calendario della Rivoluzione francese. E nella Capitale si era deciso che le donne avrebbe potuto si mettersi un paio di pantaloni, se proprio ci tenevano, ma che avrebbero avuto bisogno di un certificato medico, da presentare alla polizia, per avere un'autorizzazione speciale.
La norma è durata fino ad oggi. Non se ne era accorto nessuno, o quasi. Nel 2010 alcuni consiglieri comunali verdi e comunisti avevano presentato due ordini del giorno perché si eliminasse la disposizione della Prefettura, che durava da più di due secoli. Lo scorso luglio Alain Umbert, del Unione per un Movimento Popolare, aveva di nuovo fatto presente la cosa al governo.
E ora il ministero delle Pari Opportunità ha confermato l'incompatibilità della legge "con i principi di uguaglianza tra i sessi che sono inscritti nella Costituzione". La curiosa norma ha prodotto qualche effetto anche in tempi recenti. Fino al 2005, per colpa della disposizione, le hostess dell'Air France non potevamo mettere la gonna.
538em;">Risalendo nel tempo basti ricordare l'esordio in Parlamento di una giovane deputata, Michele Alliot-Marie, poi ministro della Giustizia. Bloccata dai messi dell'Assemblea, riuscì a raggiungere l'Aula solo dopo parecchie resistenze e dopo avere minacciato di entrare in mutande, per eliminare il problema costituito dai pantaloni.
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