Grecia, diffamazione: un altro giornalista in arresto

In quattro giorni nel mirino del governo quattro giornalisti. Per tutti l'accusa mossa è diffamazione. Due licenziamenti e due arresti

Quattro giornalisti in quattro giorni. Accusati di diffamazione e arrestati o licenziati. Alla Grecia di Antonis Samaras è bastata meno di una settimana per mettere a tacere quattro cronisti, tutti con la stessa accusa.

Ieri sera è toccato a Spiros Karatzaferis, fermato nei locali di Art TV, una stazione locale nella zona occidentale del Paese. Il giornalista, fratello di Georgios, leader del Laos, partito di centro-destra che faceva parte del precedente governo, è stato arrestato durante la conduzione del suo programma. Poco prima aveva detto di poter fornire documenti potenzialmente dannosi alla politica economica dell'esecutivo, ricevuti dagli hacker di Anonymous, che lunedì avevano attaccato il sito del ministero delle Finanze.

Karatzaferis ha poi pubblicamente dichiarato di essere stato tratto in arresto per un precedente ordine di cattura, con l'accusa di voler creare uno stato occulto.

La stretta di Atene nei confronti della stampa era partita con l'arresto di Costas Vaxevanis. Messo in manette e rilasciato subito dopo, il giornalista d'inchiesta aveva pubblicato sul suo periodico Hot Doc una lista di 2mila cittadini greci, a suo dire quelli della "lista Lagarde", l'elenco dei correntisti passabili di inverstigazione per evasione fiscale, sparito dopo essere stato consegnato all'ex ministro delle finanze, Giorgos Papacostantinou.

Dalla tv statale erano stati sospesi Marilena Katsimi e Costas Arvanitis, praticamente in coincidenza con l'inizio del processo a Vaxevanis. A motivare l'arresto dei due la critica mossa al ministro dell'Ordine Pubblico del governo Samaras durante un programma televisivo. L'analisi dei due giornalisti aveva preso in esame un articolo pubblicato dal Guardian, che segnalava "torture" contro quindici manifestanti antifascisti, bloccati dopo uno scontro con i militanti di Alba Dorata.

Secondo l'emittente

privata Skai tv, la misura decisa contro Katsimi e Arvanitis avrebe portato a una serie di scioperi, che si sono uniti a quello di 24 ore deciso contro alcune modifiche relative al trattamento previdenziale della categoria.

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