Grecia, gli exit poll fanno tremare l'Europa: testa a testa tra i conservatori e la sinistra

Dieci milioni di greci alle urne. Il 40% potrebbe non votare. I conservatori di Nuova Democrazia guidano la sfida elettorale, tallonati dalla sinistra di Syriza

Grecia, gli exit poll fanno tremare l'Europa: testa a testa tra i conservatori e la sinistra

In Grecia sono le sette. Le sei in Italia. Si aprono i seggi per le elezioni legislative. E gli occhi del mondo si puntano sulle urne elleniche. Dopo le ultime elezioni, il 6 maggio scorso, che non avevano portato cambiamenti per il Paese, la Grecia si trova ora davanti a un bivio che vale molto di più della scelta di un candidato.

Dieci milioni di cittadini sono chiamati oggi a scegliere non solo il nome di chi guiderà il paese in questo momento di crisi, ma di fatto anche a esprimersi su quello che si potrebbe tranquillamente definire un referendum, che prevede un solo quesito: euro o ritorno alla dracma?

Le operazioni di voto continueranno fino alle 19 (ora di Atene). A due o tre ore dalla chiusura delle urne, stando a quanto promesso dal ministero degli Interni, dovrebbero essere disponibili le prime proiezioni, salvo imprevisti. Già disponibili i primi exit poll. Come per le elezioni precedenti, anche questa volta si attende una forte percentuale di astenuti. Il 40% degli elettori - secondo un sondaggio reso noto dalla emittente Antenna - potrebbe non recarsi alle urne.

Nei sondaggi recenti ancora qualche indeciso, circa 700mila, che potrebbero non essere sufficienti per far pendere l'ago della bilancia verso uno dei due partiti sui quali confluirà la maggioranza dei voti, rendendo necessario un governo di coalizione. I conservatori di Nea Demokratia e la sinistra radicale (Syriza) sono dati testa a testa, con un 30% di preferenze ciascuno.

Dovesse vincere Nea Demokratia sarebbe certo un tentativo di contrattare i dettagli del piano di salvataggio, comprese le tempistiche, scelta auspicata anche dal Pasok, il partito socialista. Trionfasse invece Syriza si andrebbe verso un negoziato su privatizzazioni e nazionalizzazione delle banche, che non metterebbe in discussione la permanenza nell'Ue o nella moneta unica.

I candidati ai seggi

"Da oggi  comincia una nuova epoca", commenta Antonis Samaras, poco dopo aver votato in un seggio di Kalamata, la città del Peloponneso meridionale di cui è originario. Tra i candidati già passati alle urne anche il leader del Pasok, il partito socialista ellenico, Evangelos Venizelos, che alla stampa sottolinea: "Da domani la Grecia deve avere un governo di corresponsabilità nell'ambito dell'Unione Europea". E Fotis Kouvelis, leader di Sinistra Democratica, che auspica un voto "senza paura per un futuro migliore". Seggio affollato di giornalista e troupe televisive ad Atene, dove ha votato Alexis Tsipras, leader di Syriza. Lui: "Abbiamo sconfitto la paura e abbiamo aperto la strada alla speranza".

I primi exit poll

Le urne sono ancora aperte. Rimarranno attive fino alle 18. Ma cominciano a circolare i primi exit poll, ancora non ufficiali. A divulgarli è la tv belga Rbtf, secondo la quale in testa ci sarebber Nea Dimokratia, data al momento al 29,6%. Subito dietro Syriza, partito della sinistra radicale favorevole alla permanenza nell'Euro, al 27,9%.

I socialisti pro austerity del Pasok si fermano al 10%.

Ancora più indietro la sinistra democratica (Dimar), al 6,3%, gli Indipendentisti Greci e i comunisti (propensi all'abbandono della moneta unica), appaiati al 5,4%. Fanalino di coda il partito della destra filonazista Alba Dorata, che non supera il 5%, dato che vedrebbe il partito perdere rispetto alla precedente elezione, in cui aveva sfiorato il 7%.

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