Berlino insiste: la Grecia deve rispettare gli impegni presi con la comunità internazionale in materia di riforme strutturali e misure di austerità. "Il programma (concordato con la troika) - ha detto un portavoce del governo - è valido anche dopo le elezioni, questa è l’unica strada che la Grecia ha per uscire dalla crisi". La Commissione Ue ribadisce: la soluzione migliore è che (i greci) rimangano nell'euro. Ma in Grecia che aria tira? La tensione è molto alta perché se non si forma al più presto una maggioranza in grado di supportare un nuovo esecutivo, non resta che tornare al voto a giugno.
Il presidente greco Karolos Papoulias ce la sta mettendo tutta per convincere i principali partiti politici a rompere gli indugi. Ma fino ad ora non ci sono risultati apprezzabili: dopo il rifiuto di Syriza, la coalizione della Sinistra radicale, anche Sinistra democratica risponde picche. I colloqui intanto vanno avanti. Oggi nuovo incontro fra i leader di Nea Dimocratia, Antonis Samaras, del Pasok, Evanghelos Venizelos, di Syriza, Alexis Tsipras, e di Sinistra Democratica, Fotis Kouvelis.
Il nodo centrale è cosa fare. Tsipras per spiegare la sua repentina uscita dai negoziati ha detto di non volere "entrare a far parte o sostenere" un governo deciso ad imporre l’austerity in cambio degli aiuti internazionali. Kouvelis, invece, ha assicurato la sua presenza. Un modo per uscire dall'impasse, in extremis, potrebbe essere l'appoggio esterno al governo da parte della sinistra radicale. A meno che Syriza decida di giocare al rialzo sperando, in caso di nuove elezioni, di fare il pieno di voti.
Che dicono i sondaggi
Un altro sondaggio d’opinione - il terzo dopo le elezioni del 6 maggio - condotto dalla società Rass per conto del quotidiano ateniese Elefteros Tipos conferma al primo posto la Coalizione delle Sinistra (Syriza) con il 20,9%. Seguono Nea Dimocratia con il 19,4%, il Pasok con l’11,8%, Greci Indipendenti con il 7,8%, Sinistra Democratica con il 6,2%, il Partito comunista (Kke) con 4,8% e Chrysi Avghi (Alba dorata, filo-nazista) con il 3,8%.
Sì o no all'Europa?
Il sondaggio si sofferma anche sui desideri e le aspettative dei greci in merito all'Europa. L’81,4% degli intervistati si dice a favore della permanenza nell’area euro (il 16,3% vorrebbe uscirne), la metà degli elettori del Partito comunista (50%), da sempre anti Ue, si dice invece a favore della permanenza del Paese in Europa.
L’80,1% degli elettori di Syriza è per la permanenza della Grecia nell’Ue, contro il 17,9%, che vuole il ritorno alla dracma. Il dato politico che emerge dal sondaggio è inequivocabile: votare di nuovo non servirà a nulla, la Grecia continuerà ad essere ingovernabile. Con tutte le conseguenze del caso.
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