La lunga corsa delle primarie repubblicane approda in Illinois, roccaforte democratica, dove Obama ha il suo quartier generale (a Chicago). Gli ultimi sondaggi vedono Romney in testa con il 45% dei consensi, seguito da Santorum al 30%. Molto indietro gli altri due candidati, Gingrich (12%) e Ron Paul (10%). Nella sua campagna elettorale Santorum sta parlando assai poco di economia e occupazione. Il candidato ultraconservatore predilige altri temi "sociali", quali l'aborto, la famiglia e la contraccezione. Ultimamente ha anche dichiarato guerra all’industria del porno. Per rimarcare la distanza dall'avversario Romney ha deciso invece di puntare proprio sull'economia. Così a Chicago, nella città dove visse e operò il grande economista americano Milton Friedman, l'ex governatore del Massachussets ha tenuto il suo "Economic Freedom Speech" (discorso sulla libertà economica). Del resto la Scuola di Chicago è ancora molto influente nella destra americana, che ha condizionato la politica di Reagan e, ancora oggi, ispira i Tea Party (ma non solo loro). E ci sono pure i Reagan-democrats, i democratici di destra che in passato spesso sono stati l'ago della bilancia nelle elezioni.
La crisi non ha ancora lasciato l'America e molti sono convinti che "It’s the economy, stupid", la famosa battuta di Bill Clinton che sintetizzò così la sua campagna elettorale nel 1992 (in cui sconfisse George Bush senior) sia ancora attuale. Bush padre era imbattibile in politica estera, e aveva appena vinto la prima guerra del Golfo. Eppure fu giudicato inadatto a superare la recessione e gli elettori gli voltarono le spalle, regalando otto anni ai democratici.
Santorum prova a uscire dall'angolo - perché sul fronte dell'economia è più debole di Romney - provando a cambiare le regole del gioco. In un comizio in Illinois ha detto che "la competizione elettorale si gioca sui valori, sulla libertà, non sull’economia". "Santo" fa di più, cerca di trasformare in un pregio quello che è dipinto come un difetto: rivendica con orgoglio il fatto di essere vago sulle ricette per far uscire gli Usa dalla crisi, preferendo occuparsi di altri temi. Di certo questa scelta farà breccia nell'elettorato più religioso. Ma un conto sono le primarie, altra cosa le elezioni. E per conquistare la Casa Bianca l'elettorato moderato - o indipendente che dir si voglia - è decisivo.
Ann Romney, la moglie di Mitt, ha detto che è il momento che i repubblicani facciano squadra: "Abbiamo bisogno di lanciare un messaggio di coesione. È ora di unirci, di stare dietro a un unico candidato per poter passare alla prossima sfida, quella contro Obama". Suo marito, intanto, si ricorda di attaccare il presidente. E lo fa su due temi forti: l’Afghanistan e il caro-benzina. "Il presidente - ha detto Romney in un’intervista a Fox News - in Afghanistan ha fallito e ha parte della colpa per il caos in cui versa ora il Paese". Ed è colpa di Obama anche "se il prezzo della benzina è aumentato". Anche il portafoglio, a ben vedere, potrebbe essere decisivo nella sfida del 6 novembre.
Santorum applaude il pastore ultraconservatore
Intanto divampa la polemica su Santorum, che è andato nella chiesa battista di Greenwell Springs, in Louisiana, ad ascoltare e applaudire il discusso pastore Dennis Terry, conosciuto per le sue posizioni ultraconservatrici: "Ascoltatemi. Se non amate l’America, e non vi piace il modo in cui vanno le cose, ho solo una cosa da dire, andate via" ha urlato il pastore. "Non crediamo in Budda, non crediamo in Maometto, non crediamo in Allah. Crediamo in Dio e in suo figlio Gesù Cristo". Dopo minuti di applausi il pastore ha rilanciato: "Finché continueranno a uccidere i bambini nel ventre delle nostre madri, qualcuno dovrà prendere posizione e dire che non è giusto. Finché le perversioni sessuali saranno considerate normali, qualcuno dovrà ribellarsi e dire Dio ci perdoni, Dio abbia pietà di noi". Terry ha poi benedetto la candidatura di Santorum.
Ma il politico poco dopo ha preso le distanze dalle parole del pastore, chiarendo di essere per la libertà di fede: "Non ho applaudito quando ha dichiarato quelle cose; poi, a essere sincero, non ho ascoltato tutto quello che ha detto. Ma non ho applaudito a quelle frasi perché non sono d’accordo". Troppo tardi, però, per evitare la polemica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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