Ipocrita e bacchettona La Francia multerà i clienti delle lucciole

Ammenda da 1.500 euro e corsi di "rieducazione". La patria delle più celebri "putain" del mondo diventa falsa e puritana

Ipocrita e bacchettona La Francia multerà i clienti delle lucciole

Avendo scelto di farsi del male, e di bere fino in fondo l'amaro calice dell'impopolarità, François Hollande ha infine trovato la materia che fa al caso suo, laddove il caso suo è il misterioso cupio dissolvi che ormai pervade la sua azione, e per farla breve il suicidio politico che pare inseguire con forsennata voluttà. La pietra tombale che finirà per calare sul disadorno capo dell'Eliseo è il progetto di legge, da ieri in discussione al Parlamento, che punta a «risolvere» il problema della prostituzione punendo i clienti delle ragasse con multe fino a 1500 euro, 3000 per i recidivi. Progetto che le prostitute aborrono e che non piace alla maggioranza dei francesi (è contrario il 68 per cento contro un 32 per cento di favorevoli) tra le cui facce spiccano quelle piuttosto note di Catherine Deneuve (la Belle de jour del famoso film di Bunel, per stare al tema) , quella dell'ex ministro socialista della Cultura Jack Lang, dello chansonnier Charles Aznavour, di Alain Delon, di Mireille Darc. Fosse vivo, è certo che all'elenco avremmo aggiunto anche il nome di Fabrizio De Andrè, l'indimenticato cantore di Bocca di Rosa e l'Enzo Jannacci di T'ho compràa i calsett de seda.
Secondo l'ultimo sondaggio realizzato per Huffington Post, solo il 15 per cento dei francesi intervistati vede di buon occhio il lavoro del presidente francese. Ma sono percentuali che il leader socialista finirà per rimpiangere, andando di questo passo. E saranno les putains, mito e gloria nazionale, le «traviate» alla Violetta Valery, l'amante di Alfredo Germont nella Traviata di Verdi, a impiombare definitivamente le ali di Hollande. Triste declino di una capitale. Si andava a Parigi, fino alla seconda metà del Novecento, «anche» per andare a puttane, forse le più celebri del mondo. E nessuno, fino a tempi relativamente recenti, aveva avvertito la smania di punire, regolamentare, costringere.
Cominciò a pensarci, una decina d'anni fa Nicolas Sarkozy, che da ministro dell'Interno fece approvare una legge severissima sull'adescamento anche «passivo». Da allora fu considerato reato persino «sembrare» una prostituta in pubblico. Dopo di che si videro prostitute vestite come signore perbene, e signore perbene, scambiate per prostitute, fatte oggetto di proposte indecenti.
Oggi secondo le stime ci sarebbero in Francia circa 40.000 prostitute, l'80% delle quali straniere (o stranieri) spesso sotto il controllo di bande criminali dell'Est europeo, della Cina o dell'Africa. Il cervellotico progetto all'esame del Parlamento prevede la depenalizzazione dell'adescamento, come in Svezia. Ad essere punito sarebbe dunque solo il cliente, che oltre alla multa si vedrebbe comminare anche l'obbligo di frequentare corsi di rieducazione sessuale. Una roba da nazisti.
L'ipocrisia sociale e istituzionale non è una prerogativa solamente francese. La legge attualmente in vigore stabilisce che la prostituzione è illegale in linea di principio, ma non è illegale fare la prostituta. È illegale gestire un bordello, sfruttare la prostituzione e adescare i clienti in luoghi pubblici. Ma eccoci al paradosso. Da un lato si consente l'adescamento, dall'altro chi cede alle lusinghe dell'adescatrice viene multato. Il che, come è stato notato, sarebbe come legalizzare il narcotraffico e continuare a punire chi fa uso di droga.
A vedere il progetto governativo come il fumo negli occhi sono soprattutto il sindacato delle prostitute e le femministe.

«Più si ostacola il lavoro sessuale e più noi prostitute siamo in pericolo. Questa legge farà aumentare le violenze, lo sfruttamento, le malattie, il precariato», dice Morgane Merteuil, portavoce dello Strass, il sindacato delle prostitute. Insomma, ne saprà più Morgane di Hollande, o no?

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