Marò, la Corte Suprema accoglie ricorso italiano

Ammesso il ricorso sull’incostituzionalità della detenzione dei marò. IlGiornale visita i due militari nella prigione di Trivandrum (video)

Marò, la Corte Suprema accoglie ricorso italiano

C'è una speranza per i marò. La Corte Suprema di New Delhi ha deciso di ammettere il ricorso presentato dall’Italia in merito all’incostituzionalità della detenzione di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

I giudici hanno chiesto al governo dell’Unione indiana e allo stato del Kerala di presentare una memoria. E hanno fissato la prossima udienza per il prossimo 8 maggio. Secondo quanto scrive la televisione indiana Ndtv, la Corte suprema indiana riceverà i rappresentanti del governo italiano sul ricorso in merito alla detenzione dei due marò.

Nel ricorso per "incostituzionalita", presentato dalla Repubblica italiana, era stato chiesto che i due militari venissero consegnati alle autorità di Roma, dal momento che la reclusione da parte della polizia del Kerala violerebbe il principio dell'immunità sovrana e gli articoli 14 e 21 della Costituzione indiana.

Dopo due mesi di galera, non tutto sembra perduto. Dopo i soldi donati dal governo italiano alle disgraziate famiglie dei due pescatori uccisi in alto mare il 15 febbraio scorso e dopo la dubbia perizia balistica , il Giornale è andato a fare visita ai due marò nella prigione centrale di Trivandrum (guarda il video).

E li ha trovati fiduciosi. Ora che la Corte Suprema ha ammesso il ricorso italiano, la possibilità che i nostri marò possano tornare in Italia aumenta in modo considerevole.

Un tribunale di tre giudici del massimo organo giudiziario indiano ha accolto le argomentazioni presentate dal legale Harish Salve a proposito dell’illegittimità dell’arresto di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. L’avvocato ha sottolineato che lo stato del Kerala è incompetente a giudicare una disputa tra due Stati sovrani e in cui sono implicati dei militari. Il ricorso "per eccezione di giurisdizione", in cui si contesta l’applicabilità delle leggi indiane al caso della Enrica Lexie, era stato presentato anche all’Alta Corte del Kerala (a Kochi) che si deve ancora però pronunciare.

"E' un'ottima notizia", ha commentato Giacomo Aiello, legale del team dell'avvocatura di Stato che si occupa della vicenda dei marò, spiegando che "questo è solo il primo passo. Stamattina si discuteva la prima ammissibilità. Il ricorso non era solo sul problema della giurisdizione ma soprattutto sulla compressione dei diritti della persona, limitati da un procedimento che non doveva esistere. A breve perciò dovrebbero valutare il tema della scarcerazione. Daranno un termine per intervenire, in tempi brevi dovremmo arrivare alla scarcerazione".

Sul caso dei marò "capisco le ragioni di entrambe le parti. Ho ascoltato la prospettiva italiana e auspico di poterla comunicare in modo appropriato, se può essere utile all’altra parte", cioè all’India, ha detto ai giornalisti il ministro degli Esteri indonesiano, Marty Natalegawa, dopo l’incontro con il collega Giulio Terzi.

"Ho apprezzato il fatto che Giulio (Terzi, ndr) mi abbia aggiornato sugli sviluppi della vicenda" dei due militari italiani.

"È una questione sensibile e molto importante per entrambe le parti. È necessaria una buona condivisione delle informazioni in modo che si possa essere sicuri che la vicenda si risolva in maniera soddisfacente per entrambi", ha concluso il ministro indonesiano.

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