New York, inizia l'era De Blasio: il sindaco alla cerimonia in metro

Ieri il giuramento nelle mani del procuratore generale dello Stato e di Bill Clinton. Poi il primo discorso da sindaco: "Chiederemo ai ricchi di pagare un po' di più"

(Foto da Twitter)
(Foto da Twitter)

È iniziata ieri l'era Bill de Blasio a New York. Il nuovo sindaco ha giurato prima davanti la sua casa di Brooklyn, poi davanti alla City Hall (il municipio). Una mano sulla bibbia che fu di F.D. Roosevelt e alla presenza dell'ex presidente Bill Clinton, De Blasio ha pronunciato il giuramento. Poi il primo discorso alla cittadinanza.

Una cerimonia semplice, quella di insediamento. Ad applaudirlo sono accorsi tanti newyorkesi, nonostante la giornata di festa e il grande freddo. E alla quale de Blasio, 52 anni, è arrivato in metropolitana con la sua famiglia: la moglie Chirlane e i figli Chiara e Dante, la prima first family interrazziale della storia della Grande Mela. Niente auto blu o sontuose scorte, come promesso.

Nel suo breve discorso il nuovo sindaco non ha tradito le attese, promettendo di cambiare il volto della città. Un cambiamento attraverso politiche fortemente progressiste e a sostegno delle famiglie e delle aree più disagiate della Grande Mela. "Siamo chiamati a porre fine alle ineguaglianze economiche e sociali che minacciano il futuro della città che amiamo", ha detto, "E oggi ci impegniamo per una nuova agenda progressista, la stessa che spesso ha scritto la storia della nostra città«. Un’agenda fatta di più servizi sociali e più diffusi sul territorio, contro una politica che più volte in campagna elettorale de Blasio ha definito manhattancentrica, tutta concentrata sugli interessi della City finanziaria. Qualcuno parla di agenda populista, ma sono in molti quelli che vedono in quello che potrà fare il primo sindaco democratico da vent’anni a questa parte come un laboratorio. Un laboratorio per sperimentare nuove politiche realmente in grado di contrastare le contraddizioni e le storture delle grandi aree metropolitane come New York".

E ha ribadito: "Chiederemo ai più ricchi di pagare un po' più tasse. Non vogliamo aspettare, vogliamo agire ora. Ci sono quelli che pensano che ora che siamo al governo le cose continueranno come prima. Ma voglio essere chiaro: quando dicevo che la storia delle due città, una ricca e una povera, finirà, volevo dire che lo farò. E lo farò".

Non poteva mancare infine un saluto all’Italia, anche perché alla cerimonia era presente una nutrita delegazione di parenti e conoscenti venuti per l’occasione da Sant’Agata dei Goti, il paese in provincia di Benevento da cui partì la famiglia del nuovo sindaco di New York. "Grazie", ha detto in italiano, "Mi avete sempre sostenuto e guidato".

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