Onu: "Vent'anni dopo il Ruanda, vergogna il fallimento sulla Siria"

Critiche di Ban Ki-moon alla comunità internazionale. Del Ponte: "Crimini peggiori che nell'ex Jugoslavia"

Sono passati vent'anni dall'inizio del genocidio ruandese, in cui morirono 500mila persone. Due decenni dopo il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha inaugurato a New York una serie di eventi intitolati Kwibuka 2.0 e pensati per ricordare quei tragici eventi.

Ban Ki-moon ha colto l'occasione per mettere la comunità internazionale davanti all'evidenza che, da allora, non molto è cambiato e che se si guarda a quanto ancora sta accadendo in Siria, è "una vergogna" l'incapacità di agire. Ha citato anche le "tendenze preoccupanti" di altre crisi internazionali, come quella della Repubblica Centrafricana.

Anche Carla del Ponte, membro della commisione d'inchieste sulla Siria delle Nazioni Unite, ha ribadito oggi la gravità di quanto sta accadendo da tre anni, dicendo che i crimini commessi sono più gravi di quelli avvenuti nell'ex Jugoslavia.

"In Siria non ci sono buoni e cattivi", ha aggiunto, sottolineando come tutte le parti impegnate nel conflitto abbiano commesso crimini.

La commissione è impegnata in questi giorni in una serie di incontri nel sud della Turchia, con dissidenti, rifugiati del conflitto e membri del governo ad interim delle opposizioni in esilio.

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