Dalla grande paura alla caccia al tesoro. Intorno a Chelyabinsk, la città russa colpita da una pioggia di meteoriti, ci sono ventimila uomini dell'esercito alla ricerca di reperti e frammenti. Si trovano sul posto da venerdì pomeriggio e hanno l'ordine di setacciare il terreno passo per passo, ieri sono arrivati sino al lago Chebarkul, che si trova a sessanta chilometri di distanza dal centro abitato ed è coperto di ghiaccio, ma non hanno avuto grande fortuna: a quanto pare, trovare i resti del bolide è più difficile di quanto si potesse pensare. La caccia attira anche decine di cittadini, c'è chi dice che i resti della meteora abbiano un valore economico e questo ha spinto alcuni nelle campagne che circondano Chelyabinsk. I precedenti sono abbondanti: Dar al Ghani 1058, una roccia lunare di due chili precipitata in Libia alla fine degli anni Novanta, è stata venduta negli Stati Uniti pochi mesi fa per 330mila dollari, e un altro masso recuperato in Argentina ha raggiunto la quotazione di 93mila dollari in un'asta sul sito Internet eBay.
Naturalmente le autorità scoraggiano gli intrepidi. Nella zona l'allarme è rientrato, ma scuole e uffici sono chiusi e cinquanta persone sono ancora negli ospedali. Secondo il ministero delle Emergenze, almeno due sarebbere ferite in modo grave. Nella comunità scientifica si lavora senza sosta per spiegare quanto è avvenuto, a Mosca sostengono che Chelyabinsk è stata colpita da un meteorite di 100 tonnellate, mentre gli esperti della Nasa sono convinti che sia stato un «piccolo asteroide» di 10.000 tonnellate, che aveva un diametro di 17 metri quando è entrato nell'atmosfera terrestre. Per gli americani l'oggetto aveva un potenziale energetico trenta volta superiore alla bomba di Hiroshima, le fonti russe rassicurano la popolazione e fanno sapere che il livello di radiazioni è nella norma.
Per adesso si pensa soprattutto alla conta dei danni, che potrebbe richiedere alcuni giorni prima di essere completa. Secondo un quotidiano locale, l'incidente ha interessato quattromila appartamenti e ha mandato in frantumi 200mila chilometri quadrati di vetro, per un valore di 33 milioni di dollari. Il governatore della Regione ha smentito la voce circolata ieri secondo la quale alcuni cittadini avrebbero danneggiato deliberatamente le loro proprietà per chiedere rimborsi alle assicurazioni. Ma i fatti di venerdì stanno passando rapidamente dalle centrali di emergenza ai banchi della politica. «Se questo incidente fosse capitato un secolo fa, in pochi se ne sarebbero accorti - ha commentato ieri Vladimir Lipunov, il capo del laboratorio di monitoraggio spaziale dell'Università di Mosca - L'incidente di venerdì ha dimostrato quanto sia vulnerabile il nostro Paese di fronte a rischi di questo tipo». Il territorio della Russia copre circa un ottavo delle terre emerse, quindi in teoria esistono maggiori probabilità statistiche che il paese sia colpito da oggetti celesti. A Chelyabinsk i feriti sono un migliaio, ma il bilancio avrebbe potuto essere decisamente più grave: nella zona ci sono decine di fabbriche di armi, industrie sensibili e una grande centrale atomica. Per questo motivo, dice Lipunov, il governo si dovrebbe dotare di un sistema di difesa «anti comete».
La proposta pare complicata dal punto di vista tecnico, ma piace molto negli ambienti delle forze armate.
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