Sarkò azzanna Hollande in tv: "Non racconti barzellette"

Il socialista: "Con lei debito raddoppiato". La risposta: "Volete 60mila statali in più". Poi è scontro su Berlusconi: "È amico tuo". "No, non è vero"

Sarkò azzanna Hollande in tv: "Non racconti barzellette"

Nicolas Sarkozy va all’attacco. François Hollande punta sulla cal­ma. In studio la tensione è alta. La strategia dei due candidati è chiara findaiprimimomentidell’attesodi­battito presidenziale, «liturgia re­pubblicana », come l'ha definita il giornalista moderatore dell’even­to. A pesare, nel dibattito di ieri sera, sono più le personalità dei due can­didati - dopo settimane di campa­gna elettorale finalmente messe a confrontodavantialgrandepubbli­co- cheiloroprogrammi, ormaino­ti. Con l'immagine dell'Eliseo alle spalle, attorno a un tavolo nero mol­to design, il favorito dai sondaggi, François Hollande, ha iniziato il duello durato più di due ore.

Nicolas Sarkozy ha la fama dell' oratore combattivo e astuto, Hol­lande del politico grigio e noioso, ma fin dall'inizio è chiaro che il so­cialista non è un avversario da sotto­valutare. È rilassato e pungente e verso la fine del duello è abbastanza a suo agio da far riferimento più di una volta alla sua 'presidenza'.«Sa­rò il presidente della giustizia »,«del risanamento», «dell'unione», ha detto il socialista fin dall'inizio del duello. Sarkozy va subito all'attac­co: «L'unità è una bella parola, ma occorrono i fatti».«Ho le prove delle mie capacità di riunire i francesi: in cinque anni non c’è mai stata vio­lenza ».

Il duello è aggressivo, pieno di in­­terruzioni, i due giornalisti-media­tori devono spesso intervenire per fare avanzare il dibattito sugli argo­menti del programma ed evitare i colpi diretti. Sarkozy ha accusato il rivale di «non aver detto una parola quando (da sinistra) sono stato pa­ragonatoaFrancooHitler ». Hollan­de ha replicato: «Monsieur Sarkozy, fare la vittima vi riesce ma­le ».«Leièsemprecontentodeirisul­tati del suo mandato », ha scherzato il socialista. Il dibatito tv «non è un concorso di barzellette», ha rispo­sto il presidente, giocando sul tenta­tivo di Hollande, anticipato da mol­ti politologi, di usare il suo humor per bloccare gli attacchi di un com­battivo Sarkozy. «Mensonge», bu­gie, è spesso la replica di Sarkozy ai numeri negativi che snocciola sen­za sosta il rivale.Sono l'economia e il lavoro i pri­mi punti su cui i candidati devono dare spiegazioni. La disoccupazio­ne in Francia è al 10%, al massimo storico negli ultimi 12 anni. Hollan­de presenta le cifre del mandato del suoavversario.Sarkozy,dice,aveva promesso nel 2007 di diminuire la disoccupaizone portandola al 5%: «Ha fallito».Il presidente si difende: «Le cifre sono false»:è vero,la disoc­cupazione è aumentata del 18,7%, «è troppo»,ma la Francia,si giustifi­ca, in termini di occupazione va me­glio della media dei paesi europei in tempo di crisi. E in tema economi­co, questa sarà il ritornello: Hollan­de imputa a Sarkozy gli insuccesi economici in tempo di crisi; Sarkozy si difende spiegando che in tempo di crisi la Francia ha fatto me­glio degli altri, o meno peggio.

La tensione in studio aumenta con l'intensificarsi dello scontro su Europa - tema centrale della cam­pagna in una Francia in cui cresco­no i sentimenti anti-europei come haprovatoilsuccessodelFrontena­zionale al primo turno - immigra­zione, voto agli stranieri, laicità, islam, nucleare. Sarkozy accusa Hollande di non aver votato la legge sul divieto del burqa, che il sociali­sta assicura di voler mantenere da presidente. «Dobbiamo avere un islam di Francia, non un islam in Francia», spiega Sarkozy.

Sull'Europa, Hollande è tornato sul tema della modifica del trattato di stabilità, e ha evocato il premier italiano Mario Monti: anche lui- di­ce- si rende contro che il trattato co­sì com'è deve essere rivisto.

L'Italia torna ancora, e divide i candidati, che per qualche istante si rinfaccia­no le amicizie con Silvio Berlusco­ni: «Non è mio amico perché ha au­spicato la tua elezione», risponde il presidente al rivale Hollande che aveva accostato il suo nome a quel­lo dell’ex presidente del Consiglio italiano.

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