Parigi - Sono 32 i Paesi nel mondo in cui è vietato punire un minore a suon di sculacciate. Non in Italia, né in Gran Bretagna, né tanto meno negli Stati Uniti o in Canada. Pur ammettendo che è difficile stabilire il confine tra punizione e maltrattamento, avere le «chiappe» arrossate neppure in Francia è passibile di denuncia: i socialisti hanno infatti convinto gli ecologisti a ritirare l'emendamento che inseriva le sculacciate nella nuova legge sulla famiglia. La decisione sostenuta dall'87% dei genitori secondo un recente sondaggio è emersa alla vigilia del voto della legge sulla famiglia che si concluderà mercoledì in Assemblée.
L'attuale testo prevede che i genitori debbano rispettare l'integrità corporale dei bambini, senza entrare nello specifico dei ceffoni. Devono intendersi come forma lecita di punizione? O come violenza sui minori? È sufficiente, secondo il Ps, il codice penale in vigore per prevenire abusi da parte degli adulti. Guai a rinunciare alla sculacciata laddove necessaria, ha stabilito l'Assemblée. I Verdi volevano vietare esplicitamente le «punizioni corporali», ma il divieto è sparito per volere della maggioranza; tanto da costare a Hollande la nomea di «sculacciatore», come qualche giornale on line lo ha ritratto.
La campagna anti-schiaffi era partita l'estate scorsa, su tv e web, a cura della Fondation pour l'Enfance. Trenta secondi di spot in cui un bimbo pestifero disturbava la mamma impegnata in una conversazione telefonica e veniva placato con un ceffone. Ora che la questione sta diventando politica, il presidente della Repubblica fa sapere che la formulazione attuale è sufficiente. E che la Francia non vieterà a due coniugi, per legge, di educare il proprio figlio facendo ricorso ad una sculacciata una tantum. Pronta invece per il Senato una legge che punisce le violenze sui minori, spacchettata dal testo che definisce i nuovi modelli di famiglia e indirizza sull'educazione dei figli.
Il ministero degli Esteri transalpino aveva già preso posizione sei mesi fa: rispondendo a una Ong inglese che denunciava l'assenza di regolamentazione sui ceffoni. Hollande, sulle sculacciate, non ha ceduto neppure alla «linea» di Julie Gayet, la donna con cui ha iniziato una relazione quando Valérie Trierweiler era ancora première dame. L'attrice, due figli e un ruolo da protagonista in una fiction tv in cui interpreta il ruolo di una madre alle prese con due pargoli adolescenti, era intervenuta per dire la sua: «Non ho mai dato una sculacciata ai miei bambini, questo è il mio limite».
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