Spara sui Sikh che pregano: sette morti

La polizia sorprende l'attentatore. Lui spara e colpisce un agente, poi viene ucciso

Spara sui Sikh che pregano: sette morti

Quindici giorni dopo l’attacco di uno squilibrato a un cinema di Denver - la strage costata la vita a una dozzina di persone - un nuovo tragico episodio sconvolge gli Stati Uniti. Il teatro della sparatoria è un luogo di culto, un tempio della reli­gione sikh originaria dell’India. Le vittime sarebbero sette, compreso l’assalitore ucciso dalla polizia.

I fatti si sono svolti ieri mattina (tardo pomeriggio in Italia) a Oak Ri­dge, sobborgo della città di Mi­lwaukee nello Stato settentrionale del Wisconsin. Sembra esserci una matricereligiosaal­la base dell’attac­co. L’Fbi esclude la pista straniera e par­ladi «terrorismoin­terno ». L’uomo è penetrato nel tem­pio mentre stava per avere inizio una funzione alla presenza di decine di persone, tra cui moltedonneebam­bini, e ha aperto il fuoco per uccidere.

Sono stati minuti terribili. L’uomo ha cominciato a sparare e c’è stato un fuggi fuggi ge­ne­raleversolealtrestanzedell’edifi­cio sacro. Sei persone sono rimaste a terra senza vita (quattro all’inter­no e due all’esterno) e almeno altre tre hanno riportato ferite gravi pri­ma che intervenisse la polizia, chia­mata per telefono da altri fedeli.

An­che il poliziotto che ha ucciso l’ag­gressore, colpito più volte, ha ripor­tato gravi ferite. Nel corso dell’attac­co, testimoni hanno riferito di aver udito anche un’esplosione.

I poliziotti hanno colpito l’assali­tore nel corso di una violenta spara­toria e hanno poi cercato all’interno del tempio e nei dintorni, ritenendo che il killer non avesse agito da solo. Sembra però che l’uomo non aves­se complici.

Il presidente degli Stati Uniti, Ba­rack Obama, si è detto «profonda­mente rattristato ». Nel suo messag­gio, Obama spiega che «la gente di Oak Creek è nei pensieri e nelle pre­ghiere degli americani. Il nostro cuore va alle famiglie e agli amici del­le vittime ». Obama ha ribadito che il governo farà tutto il possibile per aiutarli. Poi ha ricordato quanto i SikhhannodatoagliUsaecomefac­ciamo parte della «famiglia ameri­canaallargata ». ISikhinAmericaso­no circa mezzo milione. La loro reli­gione monoteista è stata fondata cir­ca 500 anni fa in India e ha quasi 30 milioni di praticanti nel mondo. Do­po l’11 settembre 2001 sono stati più volte oggetto di offese e aggres­sioni­perchémoltiinAmericalicon­fondono con i musulmani per le lo­ro lunghe barbe e i turbanti: fonti dei Sikh parlano di oltre 700 «inci­denti » che li hanno visti come vittime in questi 11 anni. I Sikh osservanti non ta­gliano barba né ca­pelli, portati raccolti sotto un turbante.

Mancano al mo­mento informazio­ni sull’identità del­l’aggressore. L’eccezio­nalecaricadiviolenzanel­la sua azione lascia supporre che intendesse uccidere più perso­nepossibile, equindichefossemos­so­da odio per la loro comunità reli­giosa: un’ipotesi che sembra raffor­zata dal fatto che il killer ha ucciso ben tre sacerdoti. La polizia per ora non ha neppure diffuso informazio­ni sulla sua etnia di appartenenza, un elemento che potrebbe fornire utili indicazioni per comprendere le motivazioni del folle gesto.

Dopo la strage, la polizia di New York, la città che ospita la più nume­rosa comunità sikh, ha disposto la sorveglianza armata di tutti i

tem­pli. Sitemechel’azionedelfollepos­sa non essere un atto isolato.

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