Un Pulitzer imbarazzante ai reporter del caso Snowden

Premiato chi ha reso un simbolo l'uomo che ha dato un duro colpo ai servizi per cui lavorava. E che vive ospite di Putin

Un Pulitzer imbarazzante ai reporter del caso Snowden

Da giorni si rincorrono analisi sul flop dei servizi segreti americani: gli 007 che secondo il Datagate sanno tutto di tutti, spiano ogni nostra mail e le nostre foto su Facebook, non si sono accorti che i servizi russi si erano infiltrati in Ucraina preparando l'azione che in poche settimane ha portato all'annessione della Crimea e ai moti nel Sud-Est del Paese.

Le critiche di oggi sono giuste: la Cia, concentrata sul terrorismo islamico e sullo spionaggio telematico, ha perso presa su altri fronti, in particolare la «human intelligence», l'azione sul terreno in cui i russi si sono dimostrati maestri.

Ma l'America progressista non sembra avere le idee chiare su come correggere il tiro. Obama non parla di rafforzamento dei lati deboli della sicurezza, ma di riforme per limitare i poteri degli 007, dopo le pressioni scaturite dal Datagate.

Col paradosso che ieri l'America ha premiato col Pulitzer i giornalisti che hanno fatto diventare un simbolo Edward Snowden. Cioè l'uomo che ha dato un duro colpo ai servizi per cui lavorava. E che ora vive come ospite di Putin.

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