Strage con due pentole: indagati tre sauditi Paura negli aeroporti

Voci di una pista islamica, ma Obama: non sappiamo chi è stato. Trovato l'interruttore delle bombe. Evacuato uno scalo di New York

Strage con due pentole: indagati tre sauditi Paura negli aeroporti

I l giorno dopo la carneficina di Boston Barack Obama pronuncia finalmente la fatidica parola che in un primo tempo aveva preferito evitare, in attesa che si capisse chi ci fosse dietro le bombe alla maratona. «É stato un atto di codardo terrorismo», ha detto il presidente degli Stati Uniti. A farlo sbilanciare non sono stati sviluppi utili nelle indagini, ma il fatto brutale che morti (che sarebbero tre in tutto) e feriti (saliti a 176) sono stati colpiti da chiodi e cuscinetti di ferro inseriti negli ordigni esplosi a Copley Square, che tra l'altro erano pentole a pressione fatte deflagrare a distanza per mezzo di impulsi inviati con un cellulare a un timer: erano lì, abbandonati in modo tale da farli sembrare innocua spazzatura. Un dispositivo a comando elettrico è stato ritrovato ieri dalla polizia. Su chi abbia voluto questo orrore, che ha ucciso anche un povero bambino di 8 anni che aspettava l'arrivo al traguardo del suo papà e una spettarice di 29 anni, c'è ancora buio e Obama lo riconosce: «Non sappiamo ancora chi è stato e perché lo abbia fatto, serve tempo. Non sappiamo se è stata un'organizzazione, un individuo o più persone». Poi la richiesta, quasi disarmante, di collaborazione ai cittadini («Dobbiamo fare qualcosa, chiunque abbia un filmato lo invii all'Fbi che sta continuando a lavorare sul caso»), seguita da un richiamo all'orgoglio del suo popolo: «Gli americani - ha detto il presidente - rifiutano di farsi terrorizzare». Le indagini proseguono in tutte le direzioni. Viene confermato l'interrogatorio in ospedale di un giovane saudita rimasto ferito dalle schegge. L'uomo nega tutto e l'Fbi non commenta le notizie di altri fermi in relazione al caso. Ma il sito israeliano Debka, vicino ai servizi segreti, rivela la pista di tre sauditi «forse legati ad Al Qaida» e li definisce «appartenenti a famiglie in vista». Un appartamento di Boston nelle loro disponibilità sarebbe stato perquisito. La psicosi terrorismo, intanto, dilaga. Mentre il governatore del Massachusetts precisa che gli ordigni erano solo due (quelli effettivamente esplosi) e tutte le altre segnalazioni si sono rivelate falsi allarmi, gli allerta si moltiplicano soprattutto negli aeroporti, punti nevralgici in un Paese che ricorda la tragedia dell'11 Settembre e in particolare che due degli aerei dirottati su Manhattan erano partiti proprio da Boston. Così un volo di linea che ieri stava per lasciare Boston è stato fermato prima del decollo e ha fatto ritorno al gate dopo che un viaggiatore si era allarmato sentendo due persone parlare sottovoce in arabo e aveva segnalato la cosa: tutti sono stati fatti scendere e il volo è partito solo dopo accurati controlli. A New York il terminal centrale del gigantesco aeroporto La Guardia è stato evacuato nel primo pomeriggio per la presenza di un pacco sospetto, con la conseguente fermata di tutti i voli per diverse ore fino ad allarme revocato. Anche in Italia le misure di sicurezza sono state elevate. Altre notizie dimostrano l'attenzione estrema per i dettagli anche da parte del pubblico. Su twitter è commentatissima sotto la dicitura «Boston marathon roof» una foto scattata da uno spettatore della maratona, che mostra un misterioso uomo sul tetto di un edificio vicino al luogo dello scoppio del secondo ordigno: ovviamente tutti pensano che sia collegato con l'attentato.

Il capo della polizia di Boston, Ed Davis offre 50mila dollari a chi darà informazioni utili, ha assicurato che non dovrebbero esserci pericoli di ulteriori attacchi in città, ma ha chiesto pazienza per l'area che è stata circondata dopo l'attentato: le indagini andranno avanti su dodici isolati per almeno due giorni. Infine il caso del console spagnolo a Boston. Pablo Sanchez-Teran ha pensato bene di chiudere gli uffici proprio nelle ore successive all'attentato e, sommerso dalle critiche, è stato rimosso dal governo di Madrid.

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