La svolta del Labour: «Sganciamoci dai sindacati»

Il leader Miliband annuncia: stop al sistema per cui chi si iscrive alle Unions finanzia automaticamente il partito e ne diventa membro. A rischio 9 milioni di sterline

La svolta del Labour: «Sganciamoci dai sindacati»

C'è chi parla già di svolta storica, di certo un cambiamento che se venisse realizzato sarebbe uno dei più rivoluzionari degli ultimi vent'anni della storia del partito laburista. Come tra marito e moglie in crisi di convivenza, il leader della sinistra britannica Ed Miliband ha annunciato una sorta di separazione dai sindacati, che per tradizione sono la costola del partito (e anche la cassa) e sono stati tra l'altro la chiave della vittoria dello stesso Miliband nella corsa per la leadership nel 2010. Separazione in termini formali ma soprattutto econonomici. Miliband ha annunciato di voler mettere fine al sistema in base al quale chi si iscrive al sindacato dona automaticamente tre sterline al partito e ne diventa un membro. "Abbiamo bisogno di una politica più attiva. Non voglio più che nessuno paghi il Labour senza aver deciso deliberatamente di farlo". Se la svolta venisse introdotta, solo chi facesse esplicita indicazione di voler fare una donazione al Labour ne diverrebbe poi un iscritto. Di mezzo ci sono circa 9 milioni di sterline che ogni anno arrivano automaticamente nelle tasche del Labour, oggi guidato proprio da un duro e puro della sinistra britannica grazie al voto decisivo dei sindacati durante il Congresso di tre anni fa.
«Dobbiamo cambiare il nostro rapporto con i sindacati», ha spiegato Miliband con una frase considerata epocale perché rompe, anche se solo formalmente, il cordone ombelicale che da sempre tiene uniti sindacato e partito. Una frase che ha già fatto storcere il naso agli storici alleati. Len McCluskey, leader di "Unite", il principale sindacato britannico, ha già fatto sapere che si opporrà.
Quando la riforma potrà essere attuata e che risvolti reali avrà è ancora tutto da vedere, anche perché per poter cambiare sarà necessario il voto dei sindacalisti, che rappresentano il 50% delle preferenze espresse in sede di Congresso del Labour. Quella di Miliband è probabilmente una mossa dettata da alcuni recenti scandali e dai sondaggi in calo. Il leader del Labour ha voluto segnare le distanze dopo che proprio "Unite", tra l'altro il maggiore finanziatore del Labour, ha condizionato fino a pilotare alcune candidature del partito a Falkirk, roccaforte rossa in Scozia, provocando l'indignazione dei Conservatori che hanno chiesto l'apertura di un'inchiesta.

Non solo. Il partito è sceso in soli quattro mesi da 13 a 6 punti di vantaggio sui conservatori (37% contro il 31% dei Tory e il 13% degli euroscettici dell'Ukip) e la popolarità del suo leader è ai minimi dalla primavera 2012.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica