Tensione tra Stati Uniti e Afghanistan. Kabul ha sospeso senza preavviso i colloqui con gli Usa in merito all’Accordo bilaterale sulla sicurezza, un trattato che permetterebbe alle truppe Usa di rimanere nel Paese anche dopo il 2014, quando verrà completato il ritiro delle forze della Nato: ad annunciarlo è stato Aimal Faizi, portavoce del presidente Hamid Karzai. Cos'è che ha fatto arrabbiare l'Afghanistan? Le divergenze (reciproche) sull’avvio del dialogo con i talebani in vista della pacificazione nazionale.
E' stato Karzai a decidere di sospendere il negoziato perché innervosito da un paio di dettagli non secondari: Washington ufficialmente ha detto di sostenere un processo di pace "guidato dagli afghani" ma nello stesso tempo ha annunciato la partenza verso Doha dell’inviato speciale per l’Afghanistan e Pakistan, James Dobbins, per negoziati diretti con i talebani.
A mandare su tutte le furie Karzai c'è anche una questione terminologica: il nome utilizzato per indicare l'ufficio politico afgano a Doha, "Ufficio politico dell’Emirato islamico di Afghanistan", non è gradito al governo di Kabul. "Ci opponiamo a questo appellativo - ha detto Aimal Faizi - per la semplice ragione che una simile entità non esiste affatto e gli americani erano assolutamente al corrente della posizione del presidente Karzai". L’Emirato islamico di Afghanistan era il nome dato dai talebani al loro regime quando erano al potere a Kabul, tra il 1996 e il 2001.
Da Berlino, dove ha partecipato a un vertice bilaterale con Angela Merkel, Barack Obama ha detto che si aspettava che i colloqui per la pacificazione dell’Afghanistan avrebbero creato attriti, ma ha espresso l’auspicio che il processo di dialogo appena avviato possa proseguire. "La mia speranza - ha osservato - è che, nonostante simili difficoltà, il processo vada avanti. È difficile, ma necessario per mettere fine alle violenze".
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