Cosa pensare quando si riscontrano impreviste similitudini tra le opinioni di interlocutori diversi? Sorprendente, per semplicità, la formula logica a cui siamo approdati: persone che vengono spesso dipinte in assoluto contrasto non sono poi, in definitiva, così diverse. Ad accomunarle la voglia di cambiamenti e forse, un amaro destino: vedere, come spesso accade in seguito alle rivoluzioni, le proprie speranze travolte.
Da dove vieni? Puoi descrivere brevemente ai lettori il contesto in cui sei cresciuta?
O.K.: Sono nata e cresciuta a Donetsk, nell’Est dell’Ucraina, città che riveste ancora un ruolo importante per l’economia nazionale. I suoi abitanti, soprattutto grazie al fermento nel settore edile, cominciano a godere di un certo benessere.
O.B.: A Leopoli l’economia agricola ha avuto un completo tracollo, il lavoro scarseggia, determinati beni di consumo hanno un costo inaccessibile ai più ed il modo di amministrare la vita civile è vergognoso per la profonda e diffusa corruzione. In queste condizioni anche la criminalità dilaga.
Cosa voleva dire, fino a poco tempo fa, essere Ucraini e, alla luce delle vicende di oggi, cosa vuol dire esserlo ora?
O.K.: Fino a qualche anno fa il fatto di essere Ucraini aveva una connotazione amministrativa e non etnica. Quelli Ucraino, Russo e Bielorusso sono popoli fratelli.
O.B.: Il legame culturale che ci accomuna ai russi è indiscutibile ma l’Ucraina, storicamente, ha sofferto molto determinate imposizioni di Mosca.
Cosa ne pensi della gente dell’Ovest/dell’Est?
O.K.: La distinzione più importante tra la gente dell’Est e dell’Ovest riguarda lo stile di vita, che è influenzato da modelli economici diversi. Noi abitiamo in un distretto industriale, loro in contesti rurali, in condizioni generali di povertà più accentuata.
O.B.: Chi ha portato lo scontro politico sul piano etnico ha fatto un enorme danno: coloro che a Kiev sono scesi in piazza con propositi onesti non lo hanno fatto contro un governo di russofoni ma contro un governo corrotto.
Tu hai personalmente vissuto varie fasi della storia del tuo Paese. Riusciresti, in poche battute, a descrivere la tua esperienza ai lettori?
O.K.: Ho vissuto decorosamente sotto il Socialismo, che però ci ha portato a vivere momenti di grande difficoltà negli anni Novanta, quando l’economia del Paese collassò e i risparmi delle famiglie si ridussero a nulla. Solo recentemente ci sono timidi segnali di un miglioramento delle condizioni di vita.
O.B.: Le condizioni di vita ai tempi del Socialismo erano migliori di quelle attuali. Io, che lavoravo alla banca centrale, sono stata testimone del passaggio del potere economico agli oligarchi, che hanno poi ottenuto anche quello politico. Da allora il degrado è stato inarrestabile.
Cosa ne pensi dei recenti governanti dell’Ucraina? La nazione, da circa vent’anni, è affrancata dal giogo che la legava, dal punto di vista amministrativo, a Mosca.
O.K.: Non abbiamo avuto negli ultimi anni alcuna dirigenza politica valente: chi è andato al potere, fino ad ora, ha sempre deluso. I rapporti con la Russia sono in primo luogo culturali, poi economici. I problemi di oggi sono anche il risultato dell’inettitudine, o della disonestà, delle classi dirigenti ucraine che si sono succedute fin dai tempi dell’indipendenza da Mosca.
O.B.: Negli anni, posso dire di aver sviluppato soltanto un grande scetticismo: i nostri leader sono stati, più che incapaci, disonesti. Dal mio punto di vista quello occidentale è un modello attraente poichè, avendo lavorato all’estero, ho visto che il modo di amministrare è senza dubbio migliore rispetto a quello ucraino ed anche rispetto a quello Russo.
Qual’è la tua opinione in merito ai recenti fatti di cronaca che riguardano l’Ucraina?
O.K.: Mi ha preoccupata moltissimo, e rattristato, lo spettacolo di violenza per le strade di Kiev. In un Paese civile le cose si risolvono con il voto. Adesso si è creata una situazione incerta ed è impossibile fare previsioni su quel che accadrà in Ucraina.
O.B.: Il risultato della rivolta è stato fallimentare pochè il governo che risiede a Kiev non è in grado, nei fatti, di decidere alcunchè. Attualmente quello che era lo Stato Ucraino è di fatto spaccato e nessuno può con certezza fare dei pronostici circa l’evolversi di questa situazione.
Cosa ne pensi delle violenze in piazza Majdan? Avevano secondo te una matrice ben precisa? Come si spiegano? Sono giustificabili?
O.K.: I fatti di piazza Majdan si giudicano da soli. I rivoltosi hanno agito, di fatto, militarmente, con l’appoggio di alcuni governi dell’Occidente. Si è trattato di un vero colpo di Stato ed il modo in cui è stato attuato ha prodotto, piaccia o no, la divisione del popolo ucraino in fazioni.
O.B.: Si è partiti da una manifestazione studentesca e poi, in modo graduale, è scoppiato il caos. Penso che in piazza Majdan si sia visto di tutto: facinorosi venuti da fuori apposta per creare scompiglio, poliziotti che se la sono presa con degli innocenti, provocatori...
Qual’è, attualmente, il miglior alleato dell’Ucraina?
O.K.: I problemi del Donbass, e dell’Ucraina in generale, non si risolveranno in modo miracoloso. Occorrerà mettere le persone giuste, oneste e capaci, al posto giusto...una cosa più facile a dirsi che a farsi. Le nuove dirigenze, senza distinzioni, dovranno davvero dimostrare di ben governare altrimenti, visto che le scelte di oggi non sono indolori, la gente si potrebbe in futuro rivoltare loro contro.
O.B.: Non posso dire quale sia il miglior alleato dell’Ucraina; posso solo dire che i modelli di governo occidentali mi sembrano più attraenti di quello Russo. Il prezzo da pagare per gli aiuti sarà certo alto ma sono convinta che senza l’appoggio straniero e determinati aiuti ed investimenti nulla in Ucraina potrà cambiare.
L’Ucraina, sotto il profilo economico, è quasi al collasso e necessita di aiuti esterni.
O.K.: Ed ovviamente se verranno concessi degli aiuti seguiranno delle pretese da parte di chi li concede. E’ una cosa naturale. Si sarebbe forse potuto cercare una soluzione di compromesso, che rispettasse gli interessi del popolo ucraino, quelli Russi ed anche le pretese occidentali in caso di loro aiuto.
O.B.: L’Ucraina ha bisogno di aiuti economici ma possiede anche risorse che potrebbero essere meglio sfruttate, gestite e distribuite. La Russia possiede risorse economiche ingenti ma, fino ad ora, ha attuato politiche di governo centriste, che avvantaggiano Mosca rispetto agli altri centri periferici.
Cosa ne pensi del referendum in Crimea?
O.K.: E’ la conseguenza diretta dei fatti di Kiev. Tutto ciò che è russo ora è visto con ostilità. Ci si è chiesti come mai si parla di secessione ora e non se ne è mai parlato prima? Perchè prima noi russi non ci sentivamo minacciati.
O.B.: Penso che la separazione sia un gran peccato e sia stata originata fomentando, nei russofoni, il terrore di diventare vittime dell’odio. Si tratta però di un timore ingiustificato poichè noi dell’Ovest non nutriamo odio nei confronti degli abitanti delle regioni dell’Est.
Quale pensi che sia la connotazione politica del sentimento di separazione dallo Stato ucraino?
O.K.: Non esiste connotazione politica: è una scelta patriottica.
O.B.: E’ un effetto diretto della propaganda e non ha, ritengo, colore politico.
Uno dei dirigenti politici del partito comunista di Donetsk (vedi video Biloslavo) ha detto che negli ultimi vent’anni il Donbass è stato illegittimamente occupato.
O.K.: Noi dell’Est abbiamo sempre festeggiato le forze armate ucraine. Il 2 agosto, per esempio, è la festa dei paracadutisti e i “VDV” festeggiano tutti insieme, che abbiano servito ai tempi dell’Armata Sovietica o dopo l’indipendenza.
O.B.: Se il problema di cui parla il dirigente fosse esistito davvero mi dice come mai tanti ragazzi dell’Est hanno svolto senza problemi il servizio di leva nell’esercito ucraino?
Secondo te il popolo ucraino possiede le risorse umane necessarie a superare questo momento di crisi, limitando eccessive ingerenze da parte straniera?
O.K.: Le risorse ci sono ma, probabilmente, si sono a questo punto disperse. Occorre ritrovarle insieme al rispetto di quei valori fondamentali attorno a cui ruota la vita dei popoli civili.
O.B.
: Dal mio punto di vista ora è impossibile, per il popolo ucraino, provvedere a se stesso ed è fondamentale l’aiuto dell’OccidenteGabriele Tansella è un giovane freelance che ha voluto regalarci questa sua testimonianza
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