Repubblicani al voto in due Stati: Michigan e Arizona. Mitt Romney deve vincere. Ma nello stato del Midwest è un testa a testa con Rick Santorum. In una settimana l'ex governatore del Massachusetts ha recuperato sei punti, assestandosi al 39% (il suo avversario è al 37%). Con quattro vittorie su nove primarie disputate non può permettersi il lusso di perdere nello stato dove è nato e cresciuto e dove suo padre George è stato governatore negli anni Sessanta.
Il voto di oggi è molto importante perché lancia la volata verso l’appuntamento di martedì prossimo, il Super Tuesday, quando si voterà in 10 stati, con un gran numero di delegati in palio (circa 500, fino ad ora ne sono stati assegnati poco più di 300) e l'occasione, ghiotta, di spiccare il volo nelle primarie del Gop. C'è il rischio concreto, però, che neanche il Super Tuesday assegni il primato, con la conseguenza, inevitabile, che la corsa prosegua a oltranza (almeno fino a fine aprile), sulla falsariga di ciò che avvenne nel 2008 tra Obama e Hillary Clinton.
In Michigan, lo stato dell’industria automobilistica per antonomasia - che Obama ha salvato dal fallimento grazie ai corposi aiuti di Stato - la sfida è stata combattuta soprattutto sull'economia. Santorum si è adeguato e, per una volta, ha parlato meno dei suoi argomenti preferiti (aborto, contraccezione e valori familiari). Si è voluto accreditare, invece, come strenuo difensore degli operai. "Chi è al fianco degli operai del Michigan non è Romney - ha detto in uno dei suoi spot in tv - che ha sostenuto il bailout di Wall Street, voltando le spalle ai lavoratori del Michigan". Romney ha risposto accusando l’ex senatore ultraconservatore di essersi opposto al salvataggio. E dunque è passato all'attacco: come può, dopo questa sua scelta politica, accreditarsi ora come difensore dei posti di lavoro?
All'ultimo tuffo, poco prima del voto, Romney è tornato ad attaccare Santorum definendolo "una mezza calzetta che non capisce niente di economia". Si passa, dunque, all'invettiva nella corsa delle primarie. In un'intervista al canale televisivo Fox news, l'ex governatore del Massachusetts ha spiegato che gli elettori sanno benissimo che le elezioni di novembre "diventeranno una corsa basata sull'economia", e per questo Santorum non è il giusto sfidante per Obama. "Non credo che i repubblicani vogliano nominare una mezza calzetta dell'economia per la sfida al presidente, che a sua volta non sa nulla dell'argomento", ha aggiunto Romney, sfruttando l'occasione per sferrare un nuovo attacco all'inquilino della Casa Bianca.
Obama: l'economia è più forte
Intando il presidente degli Stati Uniti, parlando a Washington a una conferenza organizzata dallo United Auto Workers, gonfia il petto dicendo che l'economia americana "sta diventando più forte e la ripresa sta prendendo velocità. Questo è il momento di tenere il piede sull’acceleratore". Obama strizza l'occhio ai sindacati: "Sono le organizzazioni come la vostra che hanno costruito un arsenale di democrazia che ha sconfitto il fascismo e ha contribuito a scrivere la storia americana".
Sondaggi buoni per il presidente
Se le presidenziali fossero oggi Obama batterebbe chiunque tra i candidati repubblicani con oltre 10 punti di distacco.
Un sondaggio (Politico/George Washington University) rivela che la popolarità del presidente è aumentata del 9% negli ultimi quattro mesi, fino a raggiungere il 53% degli americani. Contro i due candidati repubblicani favoriti, Mitt Romney e Rick Santorum, Obama vincerebbe rispettivamente con 10 e 11 punti di distacco.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.