Se il calcio fosse un gioco serio.... Se lo fosse, l’Italia sarebbe già a casa viste le sue mediocrità. Ma il calcio non è un gioco serio,non c’è cronometrooaltramisurazioneconcuiconfrontarsi: solo le bizze del pallone e qualche divagazione talentuosa. Prendete Balotelli: rovesciata dentro è un genio, rovesciata fuori è un pirla ( parola inventata dai milanesi prima di Mourinho). Oppure Ronaldo: in crisi per i tuttologi che glihannovistosbagliarequalchegol, fenomeno ora che lo hanno visto salvare il Portogallo. Da qui ne viene una ragione in più per credere in questa nazionale. Senza esagerare, ovviamente. Ci sono molti modi per credere nell’Italia del pallone. Quello ecumenico: tifo perché sono (italiano). Quello critico: tifo perché vedo miglioramenti, qualche bontà tecnica. Quello scaramantico: ha rischiato di andare così male, che può andare solo meglio. Quello banale: dai quarti in poi può cambiare tutto, lo dimostra la storia azzurra degli ultimi 30 anni (Spagna e Germania). Infine quello basato su psicologia e realismo.
Vediamo di seguirlo: ora l’Italia giocherà con meno peso nella testa, ma anche nelle gambe. Passare indenne da una situazione al limite del disastroso (farsi buttar fuori da Irlanda e Croazia, suvvia) significa restituire fiducia e credo nelle proprie capacità. Aggiungete che per una squadra come la nostra è certamente meglio sbattere contro nazionalicomeFranciaoInghilterra, piuttosto che dimenarsi contro squadre di minor pedigree. I francesi ci hanno fatto soffrire tante volte, ma in tempi recenti ci siamo presi qualche rivincita (ultimi europei compresi) e gli inglesiche saranno i nostri avversari nei quarti - ci hanno schiaffeggiato fino al 1973, poi quel gol di Capello ha cambiato il trend e l’impostazione dei confronti. Dice la statistica che l’ultima partita persa in un torneo importante risale al 1977. Che poi sulla panca britannica ci sia un allenatore conosciuto agli italiani è storia da non prendere sotto gamba. Niente più. Le stagioni di Hodgson all’Inter non hanno lasciato il segno.
Chi, invece, ieri prima delle partite, avesse voluto pesare l’attacco delle tre ipotetiche avversarie, quale bomber avrebbe scelto come avversario? Ovviamente Shevchenko e probabilmente avrebbedesideratorinviareogniincontro ravvicinato con Ribery e Benzema. Invece Rooney oggi fa meno paura di un Cristiano Ronaldo.
Ma credere nell’Italia non significa soltanto pesare il prossimo avversario sapendo che la semifinale potrebbe essere l’ultimo punto d’arrivo. Significa guardare questo europeo e compiacersi della mediocrità. La scarsa forza delle altre, fors’anche la poca birra in corpo che i giocatori si ritrovano dopo una stagione impegnativa, aumenta la speranza azzurra. Quando il ritmo scende, e sale la qualità, possiamo mettere in campo qualcosa di più credibile: Pirlo e Cassano, Thiago Motta e Diamanti, Di Natale e Balotelli. Sono giocatori con il tocco in più, se serve far correre la palla loro ci sono. E dai quarti di finale in poi caldo e fatica inviteranno all’idea.
Credere all’Italia significa puntare sui gol e soprattutto sul non prenderli. Buffon si è dimostrato ancora una dei migliori portieri, e i miracoli di Casillas hanno illustrato la fama dello spagnolo ma messo in evidenza i limiti della Spagna. Una ragione per credere che il mondo abbia preso a girare nel verso giusto. Dici gol e capisci che qui la squadra sbuffa, ansima e fatica. Ma ora che il famoso blocco mentale-psicologico e chissà cos’altro è stato rimosso dalla testa dei due ragazzacci (Di Natale ha provveduto con anticipo) chissà che tutto non diventi più lieve, anche il tirar al volo senza l’esitazione fatale.
Certo, se poi scopriremo che Borini non fa solo il turista... Quando una squadra vince lo scudetto, tutti trovano l’attimo di gloria. Ripensate agli ultimi titoli.
Ecco, se anche Borini e Diamanti (due per citare) troveranno l’angolo della svolta, cominciate a cantare Fratelli d’Italia con più convinzione.E non fate un dramma della difesa che dovrà fare a meno di Chiellini stopper al centro area. La Juve ne sa qualcosa. Potrebbe essere un segno delle stelle.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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