Avete presente l’Europa dell’auto elettrica entro il 2035, delle direttive sulle case green, del no al carbone, al petrolio, al gas? Avete presente l’Europa che “viva l’eolico”, “viva la transizione energetica”, “urrà per Greta” e tutto il resto? Ecco: questa Unione Europea è la stessa che nei suoi palazzi del potere non ha alcun pannello solare, non possiede pompe di calore e neppure cogeneratori. Classe energetica E. In sintesi: predicano bene, ma razzolano male.
Quarta Repubblica nella puntata di ieri sera è andata a fare le pulci all’Unione Europea e ha scoperto tutta l’ipocrisia europea. Di giovedì pomeriggio, come spesso accade, l’Europarlamento si svuota: deputati con la valigia fanno rientro nei collegi di appartenzenza. Eppure, in barba al risparmio energetico utile a salvare il pianeta, tutte le luci restano rigorosamente accese. Gli spazi espositivi vuoti? Luci accese. Ristoranti senza commensali? Tutto illuminato. La zona degli uffici dei partiti “verdi”? Lampadine che vanno a più non posso. Ci sarà un motivo se nel 2023 il Parlamento Ue spenderà 42milioni di euro in consumi energetici, quasi il triplo dello scorso anno. E guai a trovare colonnine per la ricarica elettrica nei garage.
Il paradosso più grande però è un altro. Il parlamento europeo infatti ha due sedi: una a Bruxelles e l’altra a Strasburgo, raggiunta in massa da funzionari, parlamentari e collaboratori una volta al mese per la sessione plenaria.
Per questo trasferimento, ogni parlamentare riempie uno scatolone di plastica che lascia fuori dall'ufficio: qui passano i fattorini che li ritirano, li caricano sui 8 camion (si presume a benzina) che partono alla volta di Strasburgo. Sono 430 chilometri, sei ore di viaggio, 109 milioni di euro e 19mila tonnellate di Co2 prodotte. Capite la follia?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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