
Gentile Direttore Feltri,
cosa pensa lei di questa nuova frenesia europea, cioè quella per cui ci vogliamo dotare in tutta fretta di un esercito alla modica cifra di 800 miliardi di euro? Quattrini presi dalle nostre tasche, senza il nostro consenso?
Marco Vigna
Caro Marco,
penso che la proposta sia assolutamente da bocciare, ma non perché l'Europa, intesa come unione di Stati, non debba munirsi di un suo proprio esercito, semplicemente credo che la maniera in cui tale idea è stata messa sul tavolo sia sbagliata, improvvisata, approssimativa. Soltanto dilettanti allo sbaraglio, autori di tanti altri strafalcioni che abbiamo visto in queste settimane, avrebbero potuto partorire tale castroneria. Come si è arrivati, per di più, ad ipotizzare tale spesa? E possono gli Stati europei sostenerla, in un momento in cui abbiamo già speso tanto in aiuti militari all'Ucraina peraltro senza sortire alcun effetto e alcun risultato se non quello di impoverire le casse pubbliche e moltiplicare morti e danni?
Ritengo che dobbiamo discutere di pace, eppure ciarliamo di eserciti, armi, munizioni, milizie. Constato che la storia, nonostante sia piuttosto recente, non ci ha insegnato nulla. Faccio notare a questo proposito che la guerra fredda, quindi la tensione tra Stati Uniti e Unione Sovietica, fu alimentata dalla corsa agli armamenti e che il cosiddetto «disgelo», ovvero l'avvento di un clima di distensione, fu possibile grazie al fatto che le due superpotenze coinvolte scelsero di impegnarsi per il disarmo, assumendo e rispettando codesto reciproco impegno. Dunque non è vero che armandosi si arriva alla pace, ma alla pace si arriva attraverso la diplomazia, cercando il dialogo, abbassando i toni, facendo un passo verso la controparte.
Se Trump non avesse vinto le elezioni e la classe dirigente europea non detestasse quest'uomo, il quale pure sta agevolando un avvicinamento tra l'Occidente e la Russia, noi non avremmo sentito l'urgenza di farci un esercito programmando una spesa militare di centinaia di miliardi di euro. Anziché lavorare su tale ipotesi, direi che sarebbe opportuno collaborare con gli Usa, dunque con la presidenza americana, come abbiamo sempre fatto, allo scopo di raggiungere un obiettivo che dovrebbe stare a cuore soprattutto a noi europei: la fine della guerra che da anni è combattuta sul suolo del nostro continente, una guerra che ha comportato crisi di vario tipo e che tuttora ci affligge e, anche se indirettamente, incide sulle nostre esistenze, sulle nostre economie e sulle nostre politiche.
Non possiamo immaginare di fare la pace armandoci, costruendo un esercito e interrompendo i rapporti e la collaborazione con gli Usa o comunque mettendoci di traverso al presidente americano solo
perché non ci piace o non gradiamo che la pace la stia facendo lui al posto nostro. Tale atteggiamento capriccioso non ci porta lontano. È deleterio. Ma con la guerra, con i soldi e con le armi non si dovrebbe mai giocare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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