"Ci servono per far girare i soldi". L'ammissione sulle Ong dell'ex assistente di Panzeri

Nelle intercettazioni agli atti della magistratura belga anche orologi: sarebbero tra i "regali" ricevuti dal gruppo del Qatargate

"Ci servono per far girare i soldi". L'ammissione sulle Ong dell'ex assistente di Panzeri

Francesco Giorgi, assistente parlamentare in Europa di Andrea Cozzolino (estraneo all'indagine) e prima ancora di Antonio Panzeri, nonché compagno di Eva Kaili, ha deciso di parlare e di raccontare agli inquirenti i retroscena del Qatargate. Attraverso le sue parole, potrebbero esserci nuovi sviluppi sull'inchiesta che sembra destinata ad allargarsi. Giorgi era l'uomo di fiducia di Antonio Panzeri e della sua Ong, Fight Impunity, nata in apparenza per fini nobili, per denunciare e combattere le storture e le compressioni dei diritti umani nel mondo. Ma il suo fine reale sarebbe scritto nero su bianco negli atti dell'inchiesta della procura belga. "Le Ong? Ci servono per far girare i soldi", avrebbe detto Giorgi, stando a quanto riportato da la Repubblica. Una frase presente negli atti d'indagine che spiega la deriva del gruppo.

Le accuse al gruppo del Qatargate

L'uomo si trova ora in carcere insieme ad Antonio Panzeri e a Niccolò Figà-Talamanca, segretario generale di un'altra Ong con sede a Bruxelles, la No Peace Without Justice, fondata da Emma Bonino (anche lei estranea all'indagine) negli anni Novanta. Le due Ong hanno sede nello stesso palazzo di Bruxelles e gli inquirenti sono al lavoro per rintracciare eventuali legami diretti tra le due. L'accusa al gruppo del Qatargate, mossa dal magistrato Michel Claise, è pesante: le loro azioni spregiudicate sarebbero state guidate dalla volontà di favorire due Paesi, il Qatar e il Marocco. E i reati che vengono contestati al gruppo spiegano bene in che direzione sta andando l'indagine: associazione, corruzione e riciclaggio.

Gli investigatori belgi sospettano che il gruppo si muovesse per tessere le trame necessarie a mettere in contatto gli europarlamentari con i qatarini ai livelli più alti. E Repubblica rivela che negli atti si fa esplicito riferimento ai mondiali di calcio in corso, osteggiati da una parte della politica e del mondo civile proprio per le esplicite violazioni dei diritti nel Paese del Golfo. L'obiettivo di Doha sarebbe stato quello di forzare l'opinione pubblica, facendo in modo che si parlasse positivamente delle riforme attuate dal Paese in materia lavorativa per fermare le polemiche. In quest'ottica, secondo la procura, vanno letti i viaggi in Qatar, ma non solo.

Tra i "regali" soldi e orologi

Grazie alle intercettazioni, nel mirino dei magistrati belgi, come si legge negli atti, sono finiti anche alcuni "regali" che sarebbero arrivati al gruppo. Si fa riferimento a degli orologi ma anche a una casa a Cervinia, oltre che ai soldi, che sarebbero transitati proprio nei conti delle Ong sopracitate. Niccolò Figà-Talamanca respinge ogni accusa mentre Giorgi, anche davanti a intercettazioni esplicite, ha iniziato a fare le prime ammissioni. E sta anche cercando di tenere fuori la sua compagna Eva Kaili, anche lei in carcere e nelle scorse ore destituita dal ruolo di vicepresidente del parlamento europeo. "È estranea a tutte le accuse", ha dichiarato l'avvocato della parlamentare greca.

Il monito di Tajani: "Non confondere l'istituzione con le mele marce"

Per quanto lo scandalo sia un duro colpo all'immagine del parlamento europeo, come si evince anche dagli atti della procura, è solo una parte dei suoi attori a essere coinvolto questa torbida vicenda. Il Parlamento europeo è "l'unica istituzione democratica" dell'Unione europea e non deve essere confusa "con alcune mele marce, che devono essere perseguite e punite se hanno commesso reati". Sono queste le parole di Antonio Tajani in occasione della cerimonia di consegna agli attivisti ucraini del premio Sakharov, parlando con parlamento di Strasburgo in diretta da Palazzo Madama.

"Ci tenevo a dire due parole in difesa di questa istituzione che ho avuto l'onore di presiedere e che oggi bene fa ad attribuire questo premio prestigioso al popolo ucraino", ha concluso Tajani, invitando a non confondere l'istituzione con chi commette illeciti.

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