"Documenti Ue dettati dalle Ong, rinuncio al ruolo di relatrice". L'accusa della Lega ai Verdi europei

Silvia Sardone ha rimesso il proprio incarico di relatrice per la commissione Envi (ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) a causa delle ingerenze delle Ong negli emendamenti di compromesso

"Documenti Ue dettati dalle Ong, rinuncio al ruolo di relatrice". L'accusa della Lega ai Verdi europei

Il caso è scoppiato lo scorso febbraio quando Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, denunciò che "gli emendamenti di compromesso avanzati dall’ufficio Paulus hanno come autrice dei file una certa Alessia Virone, direttrice affari governativi della Ong ambientalista Clean Air Task Force (Catf)". Il dettaglio emerse durante i lavori di analisi del testo e la notizia venne riportata da diversi organi di stampa internazionali, che sottolineavano l'inopportunità che i documenti della relatrice per la commissione Itre del nuovo regolamento per la riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, Jutta Paulus, fossero frutto dell'esponente di una Ong.

Sono passati due mesi e nel frattempo sono emersi anche ulteriori elementi, come spiega Sardone, che mettono in evidenza il fatto che "non si trattava di un singolo errore, ma parrebbe essere un metodo di lavoro sistematico, di cui erano tenuti all'oscuro sia la sottoscritta come relatore della commissione Envi che i relatori ombra". Un fatto grave, soprattutto nel nome della trasparenza che dovrebbe contraddistinguere i lavori della Commissione europea. Per quanto non sia montato un caso rumoroso, al parlamento europeo si è preferito non dare troppo adito alle rimostranze dei gruppi tanto che, prosegue l'esponente del Carroccio, "non c'è stato alcun passo indietro della relatrice Itre".

Il fatto che un documento interno al parlamento possa essere stato visionato e corretto da un soggetto esterno è grave, tanto più se la persona che è intervenuta opera in una Ong, per altro extra Ue. "Abbiamo segnalato più volte un comportamento che, nella migliore delle ipotesi, ritengo possa violare almeno il codice etico del parlamento, ma non abbiamo ottenuto risposte", dichiara la parlamentare. La conclusione di Silvia Sardone non può che essere amara: "Un atteggiamento di censura piuttosto imbarazzante, soprattutto dopo lo scandalo del Qatargate dove le Ong erano state protagoniste in negativo".

Proprio in ragione di questo, l'europarlamentare leghista è giunta a prendere una decisione radicale: "Ho ritenuto di non poter continuare il mio lavoro da relatrice del provvedimento: non

intendo apporre la mia firma a un testo che ha avuto evidenti influenze esterne e che ha prodotto un compromesso nel quale gli interlocutori non erano solo quelli presenti ai tavoli parlamentari".

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