"Insulto a chi rischia la vita". L'ira dei poliziotti sul Consiglio d'Europa

Dai sindacati di polizia sono arrivate le dure repliche per l'attacco sferrato alla Polizia di Stato dall'Ecri: "Non si facciano ricadere sulle forze dell’ordine responsabilità non proprie"

Immagini di repertorio
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La polizia italiana è razzista. Questo è il sunto estremo del rapporto diffuso dall'Ecri, la Commissione europea contro razzismo e intolleranze, che ha redatto un rapporto in cui dipinge con tratti negativi l'operato della Polizia di Stato, organo del ministero dell'Interno deputato alla tutela e alla sicurezza del territorio. L'Ecri è un'organizzazione indipendente, quindi slegata dagli organi ufficiali dell'Unione europea, quindi anche dalla Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen, nonostante il nome possa trarre in inganno. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato al capo della Polizia, il prefetto "esprimendogli lo stupore per le affermazioni contenute nel rapporto della Commissione contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa e ribadendo stima e vicinanza alle forze di Polizia".

Contro un attacco simile nei confronti di un organo dello Stato non hanno alzato la voce, giustamente, solo i sindacati di polizia ma anche le massime cariche politiche, a partire dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Interni, dal quale la Polizia di Stato dipende. "È inaccettabile che un’organizzazione internazionale - di cui non tutti hanno ancora ben compreso il ruolo - insulti donne e uomini che con dedizione ogni giorno mettono a rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei cittadini", sono state le parole del ministro Matteo Piantedosi, che ha difeso a spada tratta gli agenti, al pari di Matteo Salvini: "Donne e uomini in divisa attaccati vergognosamente dall’Ecri (Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza), un ente inutile pagato anche con le tasse dei cittadini italiani. Come Lega proporremo di risparmiare questi soldi per destinarli alla Sanità anziché infangare le nostre forze dell’Ordine. Se a questi signori piacciono tanto Rom e clandestini, se li portino tutti i casa loro a Strasburgo".

Comprensibilmente stupiti e infastiditi dal rapporto sono i sindacati di polizia, che tramite i loro segretari hanno criticato aspramente il report. Per Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di polizia Coisp si tratta di accuse "totalmente infondate e oltraggiose. È inaccettabile che un organo europeo si permetta di infangare l'onorabilità e la professionalità dei nostri agenti". Parlare di profilazione razziale, ha aggiunto il sindacalista, "è un insulto non solo verso chi ogni giorno rischia la vita per la sicurezza dei cittadini, ma anche verso il nostro sistema di sicurezza, che è riconosciuto a livello europeo come esempio di efficienza e rispetto delle leggi".

Non accettiamo, ha aggiunto Pianese con decisione, "lezioni di morale da chi non conosce la realtà operativa e non ha alcuna competenza per giudicare il nostro lavoro", che parla di "campagna denigratoria" pericolosa, perché "indebolisce il morale delle forze dell'ordine e mina la fiducia dei cittadini verso chi è impegnato a proteggerli". Il messaggio che Pianese vuole mandare è chiaro: "Non accetteremo passivamente queste accuse e continueremo a difendere il diritto di svolgere il nostro lavoro senza essere criminalizzati da chi, evidentemente, non ha altro obiettivo se non quello di creare divisioni e seminare diffidenza".

Una posizione simile è quella assunta da Stefano Paoloni, segretario generale del sindacato di Polizia Sap: "Riteniamo sia concettualmente scorretto parlare di profilazione poiché non ci risulta esistano banche dati specifiche". L'attività che la Polizia è chiamata a svolgere, prosegue il sindacalista, "ci chiama a operare principalmente con determinate categorie di persone, tant'è vero che la popolazione carceraria è composta circa al 40% di cittadini stranieri, mentre, per contro, i residenti stranieri in Italia sono circa l’8%. Spesso si tratta di categorie di persone che vivono in Italia in modo precario e, conseguentemente, vivono di espedienti". Ma questo, prosegue, è un fenomeno sociale mondiale, "e l’Italia è in prima linea quale Paese di frontiera, non si facciano ricadere sulle forze dell’ordine responsabilità non proprie". Dall'Ecri, conclude Paoloni, "ci saremmo aspettati, invece, proposte o progetti per l’integrazione di queste etnie o persone di origine africana".

Altrettanto furente è la reazione di Walter Mazzetti, segretario generale del sindacato Fsp della Polizia, che ha snocciolato i numeri per dimostrare l' infondatezza delle accuse: "L'encomiabile e immenso lavoro del personale Polizia di Stato ha portato nell’ultimo anno a sottoporre a controllo 6.965.247 persone per i soli uffici di prevenzione generale e soccorso pubblico, mentre 1.863.212 sono state le persone controllate nell’ambito delle attività dei reparti prevenzione crimine. Ciò dimostra una sola cosa, che gli operatori della sicurezza lavorano tanto, e non stanno certo a scegliere chi devono controllare". Rispediamo indietro, ha aggiunto Mazzetti, "le deliranti accuse di razzismo rivolte a tutti i colleghi, e ci deprime intelleggere un intento da bega politica in tutto ciò. Il nostro è un lavoro serio e nessuno sa farlo meglio di noi, la sicurezza deve restare fuori da ogni tipo di dialettica o scontro, perché qui si parla di uno dei principali diritti delle persone: la sicurezza, l’unica cosa che conta per i poliziotti italiani".

Anche l’onorevole della Lega, Anna Maria Cisint, da Strasburgo, ha difeso le forze dell'ordine definendo "scandalose le accuse di Ecri, organo inutile che cercheremo di eliminare" e ha invitato l'Ecri a condannare "senza ‘se’ e senza ‘ma’, chi delinque e crea insicurezza nel nostro Paese". Il coordinatore dell'Assemblea nazionale di Fratelli d'Italia, Edmondo Cirielli, ha espresso "ferma condanna a un'istituzione che negli ultimi periodi sta scivolando nel grottesco con queste posizioni frutto di propaganda, spesso legate a politiche interne agli Stati membri. Non era questa la mission del Consiglio d'Europa. Grande rispetto per le donne e gli uomini in divisa che, con passione e dedizione, servono l'Italia".

La senatrice di Forza Italia, e vicepresidente del Senato, Licia Ronzulli, ritiene che il report dell'Ecri sia "un'offesa all'Italia, alle sue Forze dell'ordine, alla politica, ad uno Stato democratico, tollerante e civile. I contenuti del rapporto dell'Ecri, l'organo anti-razzismo e intolleranza del Consiglio d'Europa, sono di una gravità inaudita, perchè faziosi e fuori dalla realtà". Di fatto, aggiunge, "paragonano il nostro Paese a quei regimi in cui vengono calpestati i diritti civili, alimentato l'odio razziale e la polizia stila liste di proscrizione. E, guarda caso, vogliono impedire alla politica di criticare, legittimamente, sentenze della magistratura".

Anche dal sindacato Unarma per voce del segretario generale, Antonio Nicolosi, si esprime "piena solidarietà agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine, impegnati quotidianamente nella tutela della sicurezza dei cittadini. Le forze di polizia, e in particolare l'Arma dei Carabinieri, operano con dedizione, professionalità e abnegazione per garantire il rispetto della legge e della sicurezza pubblica, senza alcuna distinzione di razza, etnia o provenienza".

Quel tipo di accuse, si legge nella nota, "non solo minano la fiducia nella nostra istituzione, ma ignorano il contesto complesso in cui gli operatori delle forze dell'ordine sono chiamati ad agire ogni giorno". Per questo motivo, conclude Unarma, "non possiamo tollerare che venga gettato discredito sul lavoro svolto con onestà e sacrificio da migliaia di uomini e donne in uniforme".

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