Libri, promozioni e luminarie: da Parigi a Londra, i simboli islamici "invadono" le città

A Parigi ci sono le promozioni e le pubblicità, a Londra e Francoforte le luminarie: così l'Europa scopre di essere islamizzata durante il Ramadan

Le luminarie a Londra e i libri in Francia
Le luminarie a Londra e i libri in Francia
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Da domani, domenica 10 marzo, e fino a lunedì 8 aprile, sarà il periodo del Ramadan. E l'Europa non è mai stata così interessata alla festività islamica. È innegabile che il processo di islamizzazione sia in corso e che sia già in una fase avanzata, anche se da morte parti si tende a negare che il fenomeno abbia assunto dimensioni enormi. La cultura europea è a rischio ma non sono, spesso, gli islamici a pretenderne il soffocamento ma gli stessi europei, i progressisti, ad abdicare in favore di un'integrazione buonista, che vede gli europei rinunciare alla loro cultura in nome dell'accoglienza. Ed è proprio grazie a questo che oggi, l'Europa, festeggia il Ramadan: basta guardarsi attorno per rendersi conto di come il tessuto sociale sia cambiato e di come Oriana Fallaci, oltre 20 anni fa, avesse previsto tutto.

Il giornalista francese Damien Rieu ha mostrato su X la situazione di Parigi, dove i servizi di delivery del cibo scrivono agli utenti chiedendo che desiderano che i partner cambino l'orario di apertura in vista del Ramadan. E ancora, ha mostrato i libri sulla festività islamica che occupano un posto di rilievo nelle rivendite e nei supermercati. E poi, gli autobus con i cartelloni pubblicitari dei negozi alimentari con offerte dedicate proprio al Ramadan. Silvia Sardone, eurodeputato della Lega, solo pochi giorni fa ha mostrato le luminarie di Londra e Francoforte con i simboli islamici, affissi in punti nevralgici delle due metropoli. Rieu le chiama "molestie islamiche" ma, senza scomodare termini così importanti, si può senz'altro notare come ci sia una evidente ipocrisia in tutto questo.

Da anni, quando arriva dicembre, in Europa si alza il dibattito sull'opportunità di festeggiare il Natale nelle scuole o di realizzare eventi in città. La festività della nascita di Cristo, insita nella radice culturale europea, viene osteggiata e addirittura si è arrivati a non realizzare più il presepio nelle scuole, dove il Natale viene sostituito dalla locuzione "festa d'inverno". Tutto questo per non urtare la sensibilità degli islamici. Quindi, ora i cristiani dovrebbero chiedere la rimozione di tutte le luminarie, denunciare i messaggi non graditi e chiedere che i libri sulla celebrazione islamica vengano eliminati.

È la logica a imporlo. Invece no, perché come si evince dai messaggi arrivati sotto il post su X di Damien Rieu, gli islamici rivendicano la celebrazione del Natale al pari del Ramadan: "Quando a Natale addobbano gli alberi non ti lamenti...".

Ma ciò che compisce maggiormente sono i ringraziamenti che vengono fatti al giornalista per "pubblicizzare" l'Islam e spingere, così, nuovi convertiti. In Italia non siamo ancora arrivati a questo ma è solo questione di tempo.

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