L'ultimo sospetto: al Qatar interessavano i satelliti non il calcio

Manovre su larga scala e ai massimi livelli. La vera posta in gioco sarebbe "Galileo"

L'ultimo sospetto: al Qatar interessavano i satelliti non il calcio

Troppi soldi, troppo agitarsi. Più passa il tempo, e più prende forma la dimensione dello sforzo profuso dal governo del Qatar per influenzare le decisioni dell'Unione Europea, tanto più tra gli addetti ai lavori prende corpo il sospetto che la posta in gioco fosse ben più alta della risoluzione sui Mondiali di calcio, o della apertura dei confini del Vecchio Continente ai cittadini dell'Emirato. Gli agenti-lobbisti che operavano a Bruxelles per conto del regime di Doha dovevano avere in mente obiettivi più ambiziosi. Tra questi obiettivi un posto di primo piano spetta alla tecnologia, il vero campo di sfida del confronto tra blocchi e aree. E se si parla di Unione Europea, parlare di tecnologia porta inevitabilmente a parlare di Galileo, il sistema di rilevamento satellitare che la Ue sta mettendo in orbita per togliere il monopolio al Gps, le cui chiavi sono in mano al dipartimento della Difesa statunitense. Eh sì, perché se il sistema ha innumerevoli applicazioni civili, la sua natura è soprattutto militare. Questo fa del progetto Galileo un progetto di delicatezza estrema, carico di segreti ultravanzati, figli della tecnologia più custodita dei paesi europei. Italia compresa. Che il lato tecnologico sia il versante più delicato e più inesplorato del Qatargate lo dicono esplicitamente ieri per la prima volta fonti della Commissione, citati dall'agenzia Ansa, parlando della più in vista degli arrestati, la socialista greca Eva Kaili. Proprio mentre la donna compare davanti ai giudici che devono decidere sulla sua richiesta di scarcerazione, le fonti dell'Ansa richiamano l'attenzione su un panel, un gruppo di lavoro del Parlamento di Bruxelles chiamato Stoa ( Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia) fondato «per la realizzazione di progetti di valutazione tecnologica» e diretto proprio dalla Kaili. Lo Stoa è stato il vero trampolino di lancio della carriera della deputata ellenica, mettendola in contatto diretto, e esponendola alle proposte, delle potenti lobby tecnologiche che operano a Bruxelles. Nel board dello Stoa c'è un consigliere il cui nome è comparso spesso nelle cronache sul Qatargate, il professore molisano Salvino Salvaggio, direttore esecutivo l'università Hamad Bin Khalifa di Doha e presso il Qatar Fund. A portare Salvaggio nello Stoa fu proprio la Kaili. Che così piazzava in uno dei settori più delicati del Parlamento un uomo di fiducia dell'Emiro Tamim bin Hamad Al Thani. Nello Stoa non circolano ufficialmente grandi segreti. Ma è in seno al panel che è possibile allacciare contatti preziosi per capire le strade intraprese dalla tecnologia europea. A partire da quella dei ventisette satelliti già sparati in orbita nell'ambito del progetto Galileo, cui altri sei sono destinati ad aggiungersi a breve. Un concentrato di ultima generazione che ha il suo cuore a Oberpfaffenhofen, in Baviera, e che ha - insieme a funzioni civili, meteorologiche e quant'altro - una supersegreta sezione militare chiamata Sol (Safety of life). Galileo ha al suo interno una forte presenza israeliana, ma il suo nocciolo è ancora in buona parte europeo. E infiltrarne le coperture sarebbe prezioso per un paese come il Qatar. Il problema è che se l'indagine sul Qatargate prende questa direzione è costretta a fare un salto di qualità, puntando non più sul Parlamento e sui singoli parlamentari ma sul ruolo della Commissione, che è il cuore del potere: a partire dal Seae, il Servizio europeo per l'azione esterna, che oltre ad essere la struttura diplomatica dell'Unione è anche il diretto responsabile delle politiche di sicurezza comune europee. Anche Galileo è un pezzo di queste politiche.

E se il Qatar è riuscito o ha anche solo provato a violarne i segreti è impensabile che possa averlo fatto senza contatti operativi all'interno del Servizio. Ma che agli inquirenti venga consentito di spingersi così avanti è tutto da vedere.

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