Macron ceda il posto all'Onu

Le suggestioni si sprecano e peró il gesto rivoluzionario di Macron romperebbe equilibri tossici e farebbe emergere perfino al Palazzo di Vetro la Ue

Macron ceda il posto all'Onu
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Un carosello di vertici. Emanuel Macron ci mette la faccia e rilancia: l'Europa fa sentire la sua voce sull'Ucraina. Giusto, anche se le voci sono differenti e a volte cantano in lingue diverse, senza intendersi. Mandare truppe a Kiev oppure no? E questi soldati da chi sarebbero guidati e a chi risponderebbero? Domande a grappolo che a specchio ne pongono una, forse decisiva, proprio al Presidente francese: caro Macron, perché non fare un passo concreto? E quel passo, non c'è dubbio, sarebbe uno solo: condividere, mettiamola così, il seggio permanente al Consiglio di sicurezza dell'Onu con la Ue.

Fermiamoci un attimo a riflettere: sarebbe una svolta clamorosa, perché Bruxelles apparirebbe d'improvviso sui radar e sulle mappe della geopolitica. Certo, anche l'Onu è in crisi e sembra aver perso gran parte del suo carisma, ma l'Unione europea sta ancora peggio e si fa persino fatica a dare un'identità e una fisionomia precise.

Così, quando si parla dell'esercito comune, ci si impantana in mille problemi. Il primo, però, se si srotola a ritroso il gomitolo delle problematiche aperte è: c'è un esercito quando c'è una politica estera e c'è una politica estera quando c'è un soggetto capace di imprimere una spinta in questa o in quella direzione.

Ecco, il seggio permanente al Consiglio di sicurezza, con annesso potere di veto, favorirebbe la costruzione di quel soggetto e fatalmente ridurrebbe a unità le ventisette politiche estere dei partner che oggi dicono tutto e il contrario di tutto.

Certo, così Parigi perderebbe all'apparenza spicchi di grandeur, ma aiuterebbe l'Europa giunta ad un tornante decisivo della propria storia.

L'Europa sarebbe in qualche modo costretta a votare con una mano sola - quella della Commissione o del Consiglio o altra ancora - mentre oggi è un mostriciattolo con tante braccia mal coordinate.

Sogno. Provocazione. Un salto nel futuro. Le suggestioni si sprecano e peró il gesto rivoluzionario di Macron romperebbe equilibri tossici e farebbe emergere perfino al Palazzo di Vetro la Ue. Oggi invisibile come un sottomarino. Le opinioni pubbliche dei paesi europei sanno a stento che c'è un Alto rappresentante della politica estera e pochi ricordano che è l'estone Kaja Kallas. Ma tutto cambierebbe portando sotto i riflettori un organismo che ora si esprime male, come un coro dove ciascuno va per la sua strada, mettendo insieme format e formule diverse.

Un seggio all'Onu, un voto solo e, a quel punto, anche un solo esercito. Pronto a intervenire in Ucraina o in Palestina e a convogliare risorse, industrie e tecnologie in un'unica direzione.

Presidente Macron, ci pensi. È giunto il momento di fare la storia.

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